da Milano
Marco Zacchera, deputato di An, è uno dei tre «saggi» per il voto allEstero del Pdl assieme alla responsabile azzurra Barbara Contini e al leghista Stefano Stefani. Zacchera riceve ogni giorno segnalazioni dallestero, soprattutto dal Sudamerica.
«Sono preoccupato per lArgentina, la società che consegna i plichi è la stessa dellanno scorso».
Perché?
«Gli italiani sono molto concentrati in alcuni quartieri. In un palazzo possono esserci 100 famiglie. Ora, sul fatto che le buste vengano recapitate nelle mani giuste ci sono delle riserve, e già lo sappiamo. Il problema è quello che succede dopo...».
Quando i voti arrivano in Consolato...
«Esatto. Questa volta è vietato portare a mano in Consolato le buste, cosa che invece in molti hanno fatto nel 2006. Per aggirare lostacolo hanno messo una gigantesca buca delle lettere davanti ai consolati».
Chi?
«La società di consegna. Sa cosa vuol dire? Che chi vuole fare brogli non ha nessun problema a recapitare a mano voti altrui».
Che cosa propone di fare?
«Ho chiesto alla Farnesina di mettere un carabiniere davanti a ogni buca. Così, chi arriva con una montagna di buste deve spiegare di chi sono».
Cè un problema di vigilanza?
«Sì, soprattutto nei patronati. Gli ambasciatori hanno scritto vietando qualsiasi tipo di informazione elettorale, ma molti italiani, specie quelli anziani, cadono nellequivoco. Poi cè il caso Venezuela».
Che cosa sta succedendo?
«Cè la tracciabilità della posta. Ad oggi, per ammissione dellambasciatore di Caracas, ci sono tantissimi italiani che non hanno ricevuto nulla».
Come ne usciamo?
«Bisogna posticipare la scadenza della consegna dei plichi a dopo le ore 16 del 10 aprile. Danieli (il viceministro per gli italiani allEstero, ndr) ha pronto un decreto. Non basta».
Che altro succede?
«In Brasile cè lo sciopero dei postini.
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