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Via un Mancini ne arriva un altro: il brasiliano primo rinforzo dell’Inter

L’ex ds nerazzurro Terraneo fa da mediatore con Wenger per Adebayor al Milan

Arriva Mancini all’Inter. Quello vero chiosano gli ammiratori di Mourinho mai a lutto per l’esonero del suo predecessore. Fuor di battuta ecco il primo acquisto della nuova Inter: si chiama Amantino Mancini, 28 anni, brasiliano, arrivato in Italia e sbarcato a Venezia dove Bellotto riuscì a tenerlo in panchina senza mai farlo giocare prima che Spalletti riparasse allo scarabocchio. Nebbia assoluta sulla cifra versata da Moratti nelle casse della Roma: 13 milioni più l’incasso di un paio di amichevoli. I dettagli si conosceranno nelle prossime ore grazie alla Consob (la Roma, quotata, deve comunicare con precisione i numeri). «Siamo soddisfatti» detta Gabriele Oriali. Lo sono anche a Roma dove pure ora comincia la caccia al sostituto che non può essere Di Natale («resta con noi a Udine» la conferma del ds friulano Lonardi). Baptista del Real è solo un nome lanciato nel mucchio, altre soluzioni saranno suggerite da Spalletti. Risolto l’affare Mancini, resta Lampard da definire. «È molto più complicato» pronostica ancora Oriali. E Zola che conosce bene il mondo Chelsea scommette: «Sarà durissima». Di certo c’è la dichiarazione di Bruce Buck, il presidente, a Chelsea tv: «Frank ha tempo un anno per valutare la nostra offerta di rinnovo» la frase che vuol dire: non l’aumentiamo di una sterlina e lo teniamo qui, comunque.
Clima opposto al Milan nell’attesa del vertice con Wenger, preparato, a quanto pare, da un mediatore speciale, Giuliano Terraneo che lavorò in passato con l’Inter e che conosce Galliani dai tempi del Monza.

La società rossonera nel frattempo registra, con qualche soddisfazione la nuova piega presa dalla campagna abbonamenti (si veleggia verso quota 12 mila) e si vede costretta, da una telefonata di Kakà, a chiarire che è il club a negare il visto olimpico per il suo Pallone d’oro. Kakà subisce la scelta e avendo un ginocchio reduce da un intervento chirugico non è neanche una perdita effettiva per Dunga.

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