Roma - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha apposto il segreto di Stato sui rapporti intrattenuti dall’ex numero due del servizio segreto militare, indagato a Milano per associazione e delinquere nell’affare di spionaggio illegale che ha coinvolto la security di Telecom, con i vertici dell’azienda. Lo scrive oggi il Corriere della sera. Marco Mancini, già vice del Sismi, aveva invocato il segreto di Stato sui rapporti tra servizi e Telecom - all’epoca dei fatti guidata da Marco Tronchetti Provera - il 2 ottobre scorso, depositando una memoria all’udienza preliminare in cui è imputato insieme ad altri, tra cui l’ex responsabile della sicurezza dell’ex azienda statale di telecomunicazioni Giuliano Tavaroli. A novembre, poi, la gup Mariolina Panasiti aveva interpellato ufficialmente il governo per sapere se confermasse o meno il segreto.
Oggi il Corriere scrive, senza citare direttamente fonti né documenti ma riferendosi a una lettera inviata dal premier al gup, che "la risposta di Berlusconi è arrivata: il segreto di Stato invocato da Mancini c’è". Nella sua memoria, Mancini aveva chiesto che i rapporti tra lui, l’investigatore privato Emanuele Cipriani - anch’egli imputato - e Tavaroli fossero coperti da segreto di Stato. Secondo l’accusa, Mancini avrebbe passato a Telecom - attraverso la mediazione di Cipriani - numerosi dossier relativi ad attività e notizie del Sismi.
Telecom è indagata insieme a Pirelli per violazione della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società per comportamenti illeciti dei propri dipendenti. Tronchetti Provera ha sempre smentito di avere intrattenuto relazioni con Mancini e di essere a conoscenza di eventuali attività illegali condotte dalla security dell’azienda. Tavaroli, ex capo anche della security di Pirelli, Mancini e Cipriani sono indagati - insieme a una serie di tecnici informatici - nell’ambito dell’inchiesta avviata nel 2006 dalla Procura di Milano sulla presunta raccolta illegale di informazioni riservate.
Le ipotesi di reato contestate a vario titolo ai diversi indagati sono di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, rivelazione di segreto d’ufficio, appropriazione indebita, falso, accesso abusivo a sistemi informatici, favoreggiamento e riciclaggio. Mancini era imputato anche nel processo sul "sequestro illegale" dell’imam musulmano Abu Omar a Milano nel 2003.
Processo da cui è stato prosciolto nel novembre scorso per improcedibilità grazie al segreto di Stato apposto dal governo su alcuni atti che i giudici avrebbero voluto utilizzare.
Secondo il quotidiano di via Solferino con la conferma del nuovo segreto di Stato "Mancini vede allontanarsi la prospettiva di un nuovo rinvio a giudizio e invece avvicinarsi anche qui un altro proscioglimento per ’non luogo a procedere’". E’ stato impossibile per il momento contattare la Procura di Milano e il governo per ottenere un commento alla notizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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