Il mandante dei futuristi? È Gian Burrasca

da Roma

«Non siamo stati noi ma guardiamo con simpatia a questa iniziativa perché vuol dire che l’idea futurista è vincente». A parlare è il segretario romano della Fiamma tricolore Giuliano Castellino cui i cronisti si sono subito rivolti poiché tra le associazioni di quartiere che fanno riferimento al suo movimento c’è anche il «Circolo futurista» di Casal Bertone, periferia est della Capitale. Il gesto di colorare di rosso l’acqua della Fontana di Trevi è stato rivendicato da «Azione futurista» ma negli ambienti della destra radicale capitolina è difficile trovare punti di riferimento più concreti. «Purtroppo non l’abbiamo fatto noi» gli fa eco Gianluca Iannone, responsabile di Casa Pound, il gruppo di estrema destra che dal 2003 occupa un edificio all’Esquilino. «Siamo estranei a questa azione - aggiunge Iannone - ma la consideriamo sacrosanta perché solleva il problema dello sperpero di danaro pubblico per la Festa del Cinema, nonostante in città ci siano famiglie senza una casa costrette a vivere in auto».
E intanto il gesto ieri è rimbalzato sui notiziari di tutto il mondo semplicemente perché ha preso di mira uno dei luoghi simbolo dell’immaginario collettivo globale. Un monumento assurto a luogo di culto proprio grazie a Fellini (autore del celeberrimo La dolce vita) diventa così il volano più efficace per produrre a costi minimi (il colorante - ironia della sorte - è l’anilina, usata per camuffare la celebre «pappa al pomodoro» in un episodio del Giornalino di Gian Burrasca di Vamba) uno slogan «antiveltroniano» di portata planetaria. Ambienti vicini agli autori del gesto assicurano trattarsi di persone competenti.

Persone capaci di studiarsi i meccanismi della Fontana di Trevi e di analizzare con estrema padronanza le reazioni chimiche, persone che forse ieri sera gli investigatori sono riusciti a identificare. Un gesto, quello messo a segno da questi provocatori del XXI secolo, che è costato poche centinaia di euro ma è stato in grado di offuscare in poche decine di minuti l’effetto mediatico della Festa del Cinema.

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