Palermo - Quella di Ludovico Sansone, detto "lo
zio", sfuggito alla maxi operazione "Perseo" e arrestato oggi a
Palermo dai carabinieri, che lo considerano il capo mandamento di
Brancaccio, è una figura molto particolare all’interno
dell’organizzazione mafiosa. In passato era stato indagato e
processato per mafia ma ne è uscito sempre assolto. Nel 2005,
infatti, Sansone, era stato indicato il referente del pizzo nella zona di
Corso dei Mille, ma le accuse di rivelarono infondate.
Secondo il collaboratore di giustizia, Salvatore Grigoli, la mafia lo
voleva eliminare perché sapeva troppe cose e trafficava in droga.
Arrestato mentre pranzava con la figlia È stato sorpreso dai Carabinieri del
Reparto Operativo di Palermo mentre in un appartamento, in città,
mangiava con la figlia, il latitante Ludovico Sansone. "Esprimo il mio plauso ai militari del Nucleo Investigativo
Provinciale per l’arresto di Ludovico Sansone - dice il
comandamnte provinciale dei carabinieri Teo Luzi - che segue, a
distanza di pochi giorni, quello di Antonio Lo Nigro. La ricerca dei
latitanti é una priorità operativa del’Arma di Palermo sia perché è
doveroso assicurare alla giustizia persone indiziate di gravi reati sia
per interdire l’azione di soggetti che con la latitanza acquistano,
giorno dopo giorno, sempre maggiore prestigio criminale.
In manette Sansone capo-clan di Brancaccio
Arrestato oggi a Palermo Ludovico Sansone, soprannominato lo zio, e ritenuto capo mandamento di Brancaccio. In passato era stato indagato e per processato per mafia, uscendone assolto. Ora Cosa Nostra lo voleva uccidere
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