Le mani di Gavio su Impregilo ma Salini non si arrende

Le mani di Gavio su Impregilo ma Salini non si arrende

Il gruppo Gavio tratta con i Benetton ed è a un passo dal controllo di Impregilo: «Stiamo raggiungendo un accordo, manca solo la definizione del prezzo finale - diceva ieri una fonte finanziaria -. E ci sono le caratteristiche affinchè si possa raggiungere un’intesa anche prima della scadenza del 3 marzo», cioè quella prevista per la prelazione sulla quota ceduta dai Ligresti nella holding Igli, che detiene il 29,9% di Impregilo. In questo modo i Benetton, tramite Atlantia, usciranno dalla partita e gli eredi di Marcellino Gavio, con Argo Finanziaria, saliranno al 100% di Igli (avendo già rilevato un terzo dai Ligresti e ora l’ultimo 33% dai Benetton). Fine della battaglia per la conquista del leader italiano nelle costruzioni?
Non è così: il gruppo Salini, azionista con il 15% di Impregilo, secondo quanto risulta al Giornale, non intende ritirarsi dal progetto industriale di integrazione. Dal gruppo romano la situazione non viene commentata. Ma fonti finanziarie vicine alla partita insistono sulla determinazione dei Salini ad andare avanti, smentendo ogni ipotesi di dismissione della quota. In proposito potrebbe arrivare un segnale già la prossima settimana: le norme sull’insider dealing prevedono la comunicazione di ogni variazione azionaria superiore al 10% nel capitale di società quotate entro il 15 del mese. E mercoledì prossimo Salini potrebbe annunciare il possesso di una partecipazione superiore all’attuale 15%. C’è chi dice di poco, chi fino al 20. Si vedrà. In ogni modo Salini considera l’operazione Gavio-Benetton come un cambiamento relativo: Igli resta il primo azionista di Impregilo, anche se con un solo socio al suo interno e non più il trio Gavio-Benetton-Ligresti. Inoltre, l’operazione Gavio-Benetton è più vista come un riassetto finanziario voluto da Mediobanca, che cura storicamente gli interessi di Gavio e che segue questa partita con il presidente Renato Pagliaro in prima persona, che non una mossa propedeutica a sviluppi industriali per Impregilo.
Diversamente, Salini ha le idee chiare proprio dal lato industriale. Quindi è possibile che, una volta chiusa la trattativa con i Benetton, il gruppo romano si faccia avanti con Gavio e la stessa Mediobanca per proporre il proprio progetto di integrazione.
In alternativa resta sempre valida l’opzione Opa, da lanciare su Impregilo, e che, una volta tanto, renderebbe partecipe anche il mercato dell’operazione. Cosa che finora non è avvenuta né per Ligresti (che ha venduto a 3,6 euro a Gavio), né per Benetton perché, in ogni caso, si tratta di passaggi azionari all’interno del 29,9% di Igli. Quindi, anche se di fatto cambia il controllo del gruppo sottostante, dal momento che la soglia del 30% non viene toccata, non scatta l’obbligo dell’Opa. Così il titolo ha ieri chiuso a 2,44 euro in calo del 4%.

E la Consob, come si dice in questi casi, ha acceso i fari: sia quelli della divisione mercati, per seguire l’andamento del titolo; sia quelli della divisione governance, per tenere sotto stretto controllo i soci di Igli ed eventuali loro «amici»: basterebbe poco per far scattare un concerto e dunque un’Opa.

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