La mani sul porto: Novi e Vincenzi duello ai ferri corti

(...) che ha dichiarato di non volere la nuova norma, ma Genova è rimasta in silenzio». «Assoporti voleva dire che il denaro prodotto dai porti non deve finire ai politici (vale a dire a Comuni o Regioni), ma va usato per i porti - replica Giovanni Novi, presidente dell’Autority-. Contestiamo l’idea della Vincenzi di voler ridurre il ruolo e l’autonomia dell’Autority. L’ho detto anche a lei, di persona, a Tursi».
Tutto ruota intorno alle entrate pubbliche generate dall’aumento dei traffici portuali (l’extragettito) e a chi deciderà come spenderle. La proposta di Regione e Comune - tradotta nell’articolo 5 della Finanziaria - è che l’extragettito prodotto dai porti liguri vada alla Regione (invece che al Fisco) che si è impegnata a usarlo per il Terzo valico. «Il Senato ha rinviato la discussione sulla norma dopo che il ministro Bianchi e Assoporti l’hanno criticata - insiste il sindaco- D’accordo con la giunta, scriverò a enti, aziende, Ferrovie e sindacati per fare quadrato e difendere la proposta».
Non esistono, secondo la Vincenzi, divergenze con la Regione e «non è questione di destra contro sinistra o dell’estrema sinistra contraria al Terzo valico». «È in gioco un’idea di porto nuova, diversa da quella di 15 anni fa tuttora difesa dagli scali italiani: i porti non sono lì solo per comprare gru - si spiega il sindaco, rosso in volto-. Vanno intesi come sistema, ma l’idea a molti non piace. E il porto di Genova non dice nulla».
Subito arriva la risposta di Novi: «Siamo i primi a batterci per il Terzo valico, le pressioni perché passi la norma sull’extragettito le stiamo già facendo. Ad Assoporti non ho replicato perché quelle critiche sono state espresse durante una conferenza in cui non potevamo intervenire». Il problema - secondo il presidente dell’Autority - è chi decide cosa fare con quei soldi: «Per Assoporti e il ministro deve farlo la conferenza Stato-Regioni, non si possono lasciare ai Comuni o alle Regioni perché devono essere spesi per i porti. Se andranno al Terzo valico (che è una infrastruttura per i porti) farò i salti di gioia». E l’attacco della Vincenzi? Novi parla dell’idea di ridimensionare l’autonomia dell’Autority. Lo stesso Claudio Burlando pochi giorni fa dichiarava al Secolo XIX che «finché esiste questo sistema di porti, che io cambierei (...), il presidente dell’Autority non può essere semplicemente esecutore dei programmi degli enti: deve avere una sua autonomia». Il porto, in altre parole, non è del sindaco.
A Tursi ieri si è parlato anche di bilancio. L’assessore Francesca Balzani ha annunciato l’intenzione del Comune di ridurre le sue spese generali di funzionamento, nel 2007 arrivate a 56,5 milioni.

Si punta a tagliare le spese per luce, gas e riscaldamenti («rinegoziando i contratti»), quelle per vestiario (750mila euro nel 2007), assicurazioni, vigilanza o per le sostituzioni del personale andato in pensione. Al direttore generale Mariangela Danzì l’incarico di «stimolare» i tagli. «L’obiettivo? Arrivare anche a 50 milioni di risparmi - conclude il sindaco-. Quanto recuperato sarà speso in servizi ai cittadini».

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