Manifestazione contro il condominio dei rom

Gianandrea Zagato

Il canone d’affitto lo paga Filippo Penati. Trentaduemila euro «oneri fiscali e spese di registrazione escluse» per un periodo di «sei mesi, con contratto di locazione di tre mesi più tre, con possibilità di proroga» recita la delibera di giunta numero 587 del 27 luglio. Ma al civico 27 di via Varanini nei locali messi a disposizione dalla sestese Miramondo Network non ci sono altri uffici della Provincia. Nei locali messi a disposizione dall’amministratore della società, Piero Di Caterina, vivono i rom sgomberati dalla favela di Capo Rizzuto. E dopo un mesetto i vicini di casa non ne possono già più.
«Bisogna tenere gli occhi sempre ben aperti, qui in zona sono in aumento scippi e furtarelli», «è diventata normalità imbattersi in ubriachi di giorno e di notte e in persone che fanno i bisogni dove capita». Spaccati di una vita diventata difficile a due passi dalla stazione Centrale, dove i rom sono considerati di «troppo». Presenza ingombrante «con tanto di beffa ai danni dei milanesi»: «Come si fa a sperperare così i soldi pubblici? Agli anziani sfrattati e a quelli in cerca di casa consiglierò di rivolgersi al diessino Penati» osserva Tiziana Maiolo. Commento dell’assessore comunale ai Servizi Sociali che ricorda la disponibilità «delle Istituzioni a aiutare chi si aiuta» ovvero «se questi rom sono davvero in regola facciano domanda come tutti per una casa popolare». Richiesta quindi di «una nuova verifica dei permessi di soggiorno» e di «conoscere come questi nomadi pensano di mantenere i propri bambini».
Attende risposta anche l’assessore alla Sicurezza, Guido Manca: «Sui giornali, Penati, aveva garantito la creazione di “villaggi solidali”, qui in via Varanini ha creato un “condominio per i rom” che è fuori dalle regole e a fianco di un asilo nido». Dettaglio che non sfugge a Luca Lepore, capogruppo leghista in zona 2: «Ragione che suggerisce quindi il controllo degli uffici d’igiene e della vigilanza urbana sull’agibilità di quei locali affittati coi soldi dei contribuenti». Leit motiv quest’ultimo sottoscritto pure dall’assessore al Demanio, Diego Sanavio: «I soldi se ci sono devono essere usati per i cittadini italiani prima di darli ai rom: in via Varanini sono stati utilizzati oltretutto di nascosto».
E mentre Roberto Predolin fa sapere che An è a fianco dei residenti, «la situazione va sanata prima che esplodi», dalla Provincia si preannuncia che «se non ci sarà un intervento chiarificatore del sindaco» in futuro «si sottrarrà dal farsi carico dei problemi esistenti».

Scelta di imboccare la strada più facile dopo aver pagato trentaduemila euro ovvero il costo per non saper saputo governare l’emergenza. Quella subita dai residenti che, stasera, alle diciotto manifestano contro l’insediamento dei rom.

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