Un manifesto on-line contro il tumore al seno

Può bastare una t-shirt, meglio se griffata, dal design sobrio e insieme accattivante, per fare prevenzione. Servono anche un manifesto programmatico, e tante altre iniziative collaterali, per lanciare un attacco frontale al cancro al seno. Un male galoppante, capace di colpire 40mila donne ogni anno, 1 su 9 nel corso di una vita intera. Si tratta, insomma, di una vera e propria emergenza sociale, a cui occorre rispondere in tutte le maniere possibili. Lo ha capito, e lo sta traducendo in pratica con risultati straordinari, «Salute Donna», una Onlus fondata a Milano nel 1994 che ha eletto a sua bandiera la sensibilizzazione sui tumori femminili.
La sua presidentessa e fondatrice, Annamaria Mancuso, ha presentato la nuova edizione di «Breast Friends», campagna realizzata con il sostegno di Roche, della madrina Laura Biagiotti e delle testimonial Romina e Taryn Power. «Tutto nasce dall’unione di 19 associazioni di tutto il mondo il cui scopo ultimo è trasmettere un messaggio potente, che sia in grado di migliorare la qualità della vita delle donne», ha spiegato la Mancuso. Da qui è nato un manifesto, consultabile e sottoscrivibile collegandosi al sito www.salutedonnaweb.it, che si fonda su quattro punti cardine: la spinta alla diagnosi precoce; la giusta informazione; l’adesione alla terapia e il supporto psicologico e pratico. Tutte tappe fondamentali che magari potranno portare a conoscere «una tragica novità», come l’ha definita l’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia, «che però salva la vita». Lo stesso Battaglia ha riconosciuto i forti limiti che il Lazio incontra nella lotta a questo male tutto al femminile, «ma - ha assicurato - siamo arrivati a metà classifica in Italia e puntiamo a salire ancora». Preziose, inoltre, le testimonianze offerte da Francesco Cognetti, direttore dell’oncologia medica dell’Istituto tumori Regina Elena e da Paolo Marchetti, responsabile dell’omonimo reparto del San Raffaele.

Entrambi hanno messo l’accento sulle cause che sfociano in questo tipo di cancro, spiegando come gli attuali stili di vita, uniti a una naturale predisposizione genetica di alcuni soggetti, ne abbiano accorciato i tempi d’insorgenza. Ha invece parlato di «Fashion therapy» Lavina Biagiotti, figlia di Laura, indossando la maglietta disegnata dalla madre.

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