Mano morta sul bus, condannato a 15 mesi

La Cassazione ha stabilito che anche la palpata sulle cosce configura il reato di violenza sessuale. Confermata la condanna a un anno, tre mesi e 15 giorni di reclusione nei confronti di un uomo che aveva "toccato" una donna sulla corriera Palermo-Trapani

Mano morta sul bus, condannato a 15 mesi

Roma - Anche la palpata sulle cosce fa scattare il carcere per violenza sessuale. Lo sottolinea la Cassazione nel confermare la condanna ad un anno, tre mesi e 15 giorni di reclusione nei confronti di Andrea V., un 57enne di Trapani colpevole di avere palpeggiato insistentemente la coscia di Maria Donatella I. sulla corriera Palermo-Trapani. L’uomo, ricostruisce la sentenza 1257 della III sezione penale, che sembrava appisolato, dopo l’iniziale pressione della propria gamba contro quella della ragazza seduta accanto a lui aveva allungato la mano togliendola da un sacchetto che teneva tra le gambe e aveva così palpeggiato la coscia della sua vicina. La ragazza non aveva urlato ma, allontanatasi dal suo posto, aveva telefonato al fratello che all’arrivo del pullman aveva rimproverato vivacemente l’ultra 50enne ottenendo da questi la promessa che il fatto non si sarebbe ripetuto.

La denuncia della ragazza è comunque scattata e la Suprema Corte oggi ha confermato la condanna esemplare per Andrea V. La condanna ad Andrea V. era già stata inflitta dalla Corte d’Appello di Palermo nell’ottobre 2006. Inutilmente l’uomo ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo tra l’altro che non erano state acquisite le dichiarazioni dei testimoni che avrebbero dovuto accorgersi quanto meno dello stato di agitazione della ragazza.

Piazza Cavour ha respinto il ricorso e ha sottolineato che è legittima la condanna per violenza sessuale visto che "è stato coerentemente ricostruito lo snodarsi della condotta criminosa" dell’uomo "che, durante il viaggio in corriera ha palpeggiato la coscia della ragazza che le stava vicino".

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