Nella buca dell'orchestra c'è freddo: gli orchestrali hanno le dita intirizzite, i cantanti hanno mal di gola, insomma, le prove non si possono fare. Risultato, Riccardo Frizza rinuncia alla direzione di «Manon Lescaut» di Puccini, in cartellone a partire da giovedì prossimo; ennesima «prima» in bilico (dopo l'annullamento de «Il Cappello di Paglia di Firenze» e del Concerto di Natale) e stato di salute del teatro sempre più cagionevole. «Non mi presenterò sul podio per una questione di etica professionale e di rispetto dell'arte e del pubblico - ha dichiarato il direttore in conferenza stampa - perché non ho avuto la possibilità di preparare uno spettacolo decoroso, avendo perso metà delle prove d'assieme previste: il freddo ed altri ostacoli logistici e funzionali hanno infatti creato condizioni sfavorevoli ad un lavoro sereno e proficuo. Mi spiace enormemente ed auguro a Di Benedetto di trovare soluzioni idonee, ma non posso nascondere il grave deterioramento del teatro e la mancanza totale di un punto di riferimento artistico. Non è questo che merita Genova».
Non fa una grinza. Ma non ci voleva proprio. Perché suvvia, il teatro è sì malato, ma non a causa del freddo: va bene la neve, va bene che la torre d'orchestra ha davvero problemi di gelide correnti d'aria, ma nel nostro globalizzato e surriscaldato pianeta, all'alba del 2008, non si può annullare un'opera per il freddo. Diciamo piuttosto che il pretesto è giunto a proposito, o che questa è la classica goccia che fa traboccare un vaso già pieno di acque malsane e vorticose. Ieri intanto si è svolta una riunione del consiglio damministrazione, in cui pare siano emerse novità sul precariato e sulla stabilizzazione dei contratti, oltreché la volontà di instaurare rapporti più fluidi tra sindacati e Sovrintendenza.
Ecco la possibile apertura. Che ha subito trovato riscontro nel caldo invito di Marta Vincenzi ai sindacati a deporre le armi e nel successivo, inaspettato annuncio che «Manon» ci sarà, naturalmente senza Frizza. Una ventata dottimismo arrivata con il passare delle ore che scandivano la riunione fiume di ieri sera del consiglio di amministrazione. Una certezza che tuttavia verrà confermata (insieme al destino di «Manon») oggi, quando il Cda, oltre alla nomina ufficiale di Cristina Ferrari a direttore artistico, dovrebbe ratificare nel corso di un nuovo incontro, un protocollo d'intesa cui hanno lavorato i sindacati che prevede la possibilità di un anticipo sul salario. La partita sulla intricatissima scacchiera del teatro sembra dunque per il momento chiusa.
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