Roma - La Finanziaria 2009 si profila già come una manovra che intende recuperare risorse attraverso il taglio di costi inutili e la messa a punto di imposte innovative come la «Robin Hood tax». Con queste due azioni distinte si potranno introdurre numerose misure di sollievo dedicate alle classi sociali più disagiate e ad alcune tra le categorie produttive.
Uno dei punti fondanti è la soppressione di alcuni istituti inutili, ma soprattutto costosi per le casse dello Stato. In questa direzione si inserisce l’intenzione di sopprimere le Province che fanno capo ai nove Comuni che diventeranno aree metropolitane. Si tratta di Milano, Roma, Genova, Torino, Bologna, Venezia, Firenze, Napoli e Bari. Lo scopo è risparmiare evitando la creazione di «doppioni». Basti pensare che nel bilancio di previsione 2008 della Provincia di Milano le spese correnti rappresentano il 51% del totale per oltre 577 milioni di euro. La manovra, che domani sarà presentata al Consiglio dei ministri, punta a frenare questa deriva che avrebbe visto sovrapporsi l’ente guidato da Filippo Penati alla nuova realtà. Alla scadenza, perciò, andranno in «pensione» i nove consigli provinciali e le Regioni provvederanno a trasferire ai Comuni le necessarie competenze.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la norma che prevede la soppressione delle comunità montane con trasferimento delle competenze a Comuni e Province con conseguente risparmio di gettoni di presenza e indennità dei consiglieri che amministrano questi enti. Sono queste, quindi, le misure che dovrebbero portare un beneficio di 3,4 miliardi attraverso la minore allocazione di risorse agli enti locali. Altri risparmi saranno conseguiti con la soppressione dei mini-enti, ossia quelli che hanno meno di cinquanta dipendenti, e delle 5 strutture sfuggite alla riorganizzazione prevista dall’ultima Finanziaria tra le quali il Fondo bombole metano.
La seconda strategia, come detto, è la ricerca di nuove forme di imposizione. La cosiddetta «Robin Hood tax», infatti, attraverso il prelievo sugli extraprofitti di aziende petrolifere, bancarie e assicurative (2,5 miliardi il gettito stimato dalla Ragioneria generale) finanzierà un fondo destinato a coprire gli sconti fiscali sui carburanti e, forse, anche sui generi di prima necessità.
Assieme a queste due leve ne agirà una terza rappresentata dalle liberalizzazioni. Meno vincoli sui contratti a termine, sulla possibilità di creare nuove imprese e, soprattutto, minore ingerenza della politica nei servizi pubblici dovrebbero costituire un ulteriore volano alla ripresa economica.
Un indirizzo liberale al quale si possono ascrivere anche l’eliminazione del divieto di cumulo tra pensione e lavoro, l’intenzione di abolire la tassa sulle bilance e l’elenco dei fornitori. Politica, questa, che si assomma ai già annunciati interventi sulle infrastrutture (ritorno al nucleare in primis e riavvio dei lavori del Ponte sullo stretto) e sulla produttività della pubblica amministrazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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