da Roma
Una manovra che supera il punto percentuale di Pil, tra i 13 e i 15 miliardi di euro. Ancora lentità non è stata decisa; la correzione sui conti pubblici è per il momento oggetto degli incontri tra il premier Romano Prodi e il ministro dellEconomia Tommaso Padoa-Schioppa. Anche perché a frenare la linea del rigore, difesa dal dicastero di via XX Settembre, cè un bel pezzo di governo e la totalità dei sindacati. Ma lipotesi alla quale i tecnici stanno lavorando è pesante, fino a 15 miliardi di euro. Più del punto di Pil di cui si è parlato fino ad oggi. Pesa il finanziamento dellAnas, che ha annunciato il blocco dei cantieri per mancanza di fondi.
Sempre che non finisca sotto il tiro dei «cecchini» estivi di cui ha parlato lo stesso Padoa-Schioppa, la manovra dovrebbe prendere di mira il pubblico impiego, la scuola e le autonomie locali. Fanno ancora parte delle possibili scelte anche provvedimenti sulle pensioni.
Ipotesi che hanno fatto sollevare a turno esponenti del governo e che hanno incassato una bocciatura prevendita da parte dei sindacati. Sul fronte politico, dopo il no ai tagli alla spesa sociale pronunciato dal ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, si è aggiunto il Pdci con Gianni Pagliarini: «Non è ammissibile utilizzare come alibi la gravità dei provvedimenti di Berlusconi per pensare ad un risanamento che non contempli anche misure a sostegno delle fasce più deboli. Nessuno pensi ad una politica dei due tempi: il rilancio del Paese va coniugato con giustizia sociale», ha detto lesponente dei Comunisti italiani facendo eco alle argomentazioni dei sindacati.
A dare voce al malcontento politico-sindacale ieri è stata anche lUnità - quotidiano dei Ds, e cioè del principale partito della maggioranza di centrosinistra - che in un articolo di fondo ha lanciato lallarme: la politica dellannuncio dei tagli «sconcerta per la pluralità delle ipotesi di tagli sottesi che finiscono per essere ipotizzati» che sono, secondo il quotidiano della sinistra, «anche peggio di quelli che potrebbero essere nella realtà».
Critiche anche dal sindacato. LUgl non è disposta «a condividere una manovra negativamente sbilanciata sul pubblico impiego e, più in generale, sui lavoratori e i pensionati», ha affermato il segretario generale Renata Polverini, preoccupata soprattutto per lipotesi di una moratoria dei contratti pubblici (niente aumenti per un po). Il fronte sindacale degli statali è il più caldo.
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