Manovra, così Milano può salvarsi dai tagli

Ricerca Civicum-Politecnico. La manovra riduce i trasferimenti di 180 milioni, ma grazie a entrate e risparmi il Comune ha un tesoretto di 70 mlioni L’assessore Beretta: "Dal 2006 abbiamo recuperato 190 milioni su personale, consulenze e centralizzazione delle spese"

Milano virtuosa sì, ma può fare ancor meglio. Il Comune di Milano è davvero un ente che spende bene le risorse di cui dispone, ma con un ulteriore sforzo potrebbe, con le sue energie, far fronte ai tagli che in qualche modo lo obbligheranno nei prossimi anni a stringere ancor di più la cinghia. È quel che risulta dallo studio della fondazione Civicum, nata a Milano per migliorare efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.
Civicum, con il Politecnico di Milano, ha passato ai «raggi x» il bilancio di Palazzo Marino, facendo luce sui pregi ma anche sulle sacche di inefficienze ancora da rimuovere. Dal rendiconto del 2008, l’ultimo disponibile in attesa degli ultimi conti del Comune, risulta per esempio un livello di spesa per auto-amministrazione su cui il Comune può ancora risparmiare. Il livello di Milano per le spese di auto-amministrazione è in linea con la media nazionale. Fra i grandi Comuni è fra i migliori: il livello di spesa per abitante è fra i più bassi, dopo Torino. Si calcola in 356 euro per abitante, pari al 25 per cento delle spese correnti. Ma se Milano si allineasse al livello del capoluogo piemontese (che si attesta sui 294 euro per abitante) - lo calcolano Civicum e Politecnico - potrebbe tuttavia conseguire un risparmio di 73 milioni di euro. Oltre 70 milioni di euro di risparmio potenziale che arriverebbero addirittura a sfiorare i 300 milioni nell’ipotesi, da considerare obiettivamente irrealistica, di un allineamento ai Comuni che realizzano la «best practice» - ma sono Comuni sensibilmente più piccoli.
Basterà? È ancora difficile quantificare il sacrificio che sarà chiesto a Milano. I numeri sono oggetto di trattative. Dai calcoli circolati finora risulta una cifra intorno ai 180 milioni di tagli. L’assessore al Bilancio Giacomo Beretta fa presente che Milano, con gli altri enti locali, punta ancora a cambiare, se non il saldo, almeno quel che sta dentro la manovra, per non penalizzare i Comuni virtuosi. Eppure il taglio ci sarà. E, in un certo senso, in città c’è già stato. «Dal 2006 - calcola Beretta - abbiamo recuperato 190 milioni su personale e centralizzazione delle spese. Solo per consulenze e incarichi abbiamo tagliato le spese da 19 a 3 milioni. Dal 2008 al 2009 abbiamo già tagliato fra i 40 e i 50 milioni di spese correnti». Dunque, in base ai calcoli Civicum-Politecnico, resterebbero ancora alcune decine di milioni di euro da risparmiare. Fra 20 e 30.
Intanto dal rapporto emerge il quadro di un ente che può contare su entrate superiori alla media (1.831 euro per abitante contro i 1.640 euro di media nazionale), e che sfrutta in particolare le entrate extratributarie e le alienazioni, anch’esse superiori alla media: si parla di 477 euro per abitante contro i 324 euro di media per le prime e 141 rispetto ai 53 di media per le seconde. Questo - lo spiega Marika Arena, docente di economia e organizzazione aziendale al Politecnico - significa la capacità di fruttare i servizi, il patrimonio, la polizia locale. Tutte attività per le quali Milano si può considerare fra le prime tre in Italia (seconda per sanzioni amministrative dopo Firenze, fra i capoluoghi).

Certamente il quadro cambierà ancora con gli effetti della manovra, ma con il taglio dei trasferimenti, già inferiori alla media (503 euro per abitante contro 591 di media), le entrate extratributarie saranno ancora più importanti: «Questa voce alimentano una parte significativa del bilancio Comunale, e su questo si può lavorare, ma - avverte la Arena - con una attenzione particolare, a quello che è l’altro lato della medaglia, ovvero l’equità, e parlo in particolare dei servizi. Se si aumentano le tariffe è importante garantire che il sistema resti equo».

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