Presidente Formigoni, dopo che il Tribunale ha bocciato i ricorsi sulla sua rielezione, pensa di ricandidarsi anche nel 2015?
"Ah ah ah... per favore, passiamo a domande più serie! Mai fatto programmi a così lungo termine, soprattutto in politica".
Allora parliamo dell’incontro di domani (oggi per chi legge, ndr) sulla manovra. Soddisfatto dell’appuntamento col governo?
"Sono molto soddisfatto, senza quest’incontro il conflitto istituzionale sarebbe stato gravissimo e incomprensibile. So che il presidente Berlusconi, che è uomo di dialogo, ha dovuto lavorare perché avvenisse nel modo giusto: ovvero con lui, affiancato dai ministri della partita".
Lei è partito all’attacco dei ministeri, ma in Lombardia non ci sono sprechi da eliminare?
"Mai detto questo, ma rivendico con orgoglio che la Lombardia sia stata la prima regione a muoversi in questa direzione. Già nel mio primo governo nel ’95, sopprimemmo Lombardia risorse, che era un carrozzone improduttivo. Per questo atto di buon governo andai a processo, sono stato assolto nove anni dopo in Cassazione".
Ha già qualche progetto concreto di nuovo sacrificio da mettere sul piatto?
"Stiamo lavorando per unificare due importanti istituti, l’Irer, che si occupa di ricerca, e l’Iref, che si occupa di formazione. Taglieremo la burocrazia e manterremo le funzioni. La medesima cosa vale per la confluenza della fondazione Irealp, che si occupa di montagna, nell’Ersaf, l’ente dell’agricoltura".
Nei giorni scorsi ci sono state polemiche per gli investimenti della Regione del Meeting di Cl a Rimini, ma anche nei Capodanni celtici e in fiere di varia natura. Tutto davvero necessario?
"La Regione è sempre stata orgogliosa del suo sostegno alle manifestazioni culturali come il Meeting, del restauro della Manifattura tabacchi, della promozione del cinema in Lombardia. Noi tagliamo gli sprechi, ma rivendichiamo come investimenti la partecipazione agli eventi culturali, come il sostegno alle imprese, gli aiuti alle famiglie e al terzo settore. Il Meeting è una manifestazione cui partecipano 800mila persone, per l’80 per cento lombarde. È un modo a basso prezzo per far conoscere l’attività della Regione: non basta far leggi, bisogna anche farle conoscere".
Qual è il punto della manovra su cui la Regione è più determinata a non cedere?
"Tagliare i contributi agli invalidi non bloccati a letto significa mettere in discussione l’assistenza ai malati di Alzheimer, alle persone colpite da malattie invalidanti, agli anziani non autosufficienti. È mai possibile? Io dico di no e domani sosterrò le ragioni dei nostri disabili. Vado giù per contribuire a cambiare queste cose inaccettabili. Sono molto fiducioso, perché sono convinto che Berlusconi sia attento quanto me a questi temi".
Veniamo all’Expo. Perché è nuovamente saltato l’accordo sull’acquisto delle aree?
"La questione delle aree c’è dal primo giorno in cui è stato vinto l’Expo. Per risolverlo la Regione ha proposto di costituire una società integralmente pubblica che acquisti le aree, in modo che l’Expo possa svolgersi su proprietà di enti pubblici. Tutti si dicono d’accordo. Io metto al lavoro i miei tecnici e formulo la proposta concreta, salvo scoprire improvvisamente che qualcuno ha cambiato idea".
Come si spiega che Provincia e Comune abbiano cambiato idea?
"Non lo deve chiedere a me. Il Comune ha sollecitato i proprietari a formulare una proposta sul comodato d’uso. L’ho letta ed è irricevibile, perché concede un vantaggio di alcune centinaia di milioni di euro per i privati. Non facciamo l’Expo perché ne traggano vantaggio i privati, ma per dare un vantaggio ai cittadini. Il comodato non va bene".
Esproprio è un bruttissimo termine, ma se i tempi diventassero stretti, può diventare l’estrema via percorribile?
"Dal punto di vista giuridico è una via estremamente complicata e la Regione, che ha studiato a fondo la vicenda, conferma che la strada dell’acquisto è la migliore, la più praticabile e la meno costosa per il pubblico.
Figuraccia internazionale a parte, è ancora possibile cambiare area o rinunciare all’Expo?
"La proposta della Regione è l’acquisto a un prezzo congruo".
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