RomaSono cinque anni che punta a quel posto, che sarebbe il terzo in ordine cronologico per Di Pietro jr: consigliere comunale a Montenero di Bisaccia (borgo natìo), consigliere provinciale a Campobasso (feudo dipietresco), e infine consigliere regionale in Molise. Il papà non lha neppure candidato alle provinciali della primavera scorsa (forse ha fatto bene, visto che lIdv ha recuperato solo un consigliere), perché si preparava al grande salto: la Regione. Lì si vota in ottobre, sfasati rispetto al resto dItalia, e il partito dei valori ha già detto che il figlio di papà sarà candidato, annunciano, con un certo orgoglio, che «la sezione montenerese dellIdv ha approvato allunanimità la sua candidatura». Neanche un dissenso a Montenero di Bisaccia, si parte bene insomma. Nel comune dove Di Pietro senior torna sempre, in attesa di una pensione da «contadino» (così disse), Di Pietro jr è riconfermato (dal 2010) consigliere comunale, ma di minoranza. Incredibile a dirsi, se i Di Pietros covano ambizioni di leadership nazionale, a casa loro nemmeno raccolgono una maggioranza. LIdv «montenerese» si compone di un solo consigliere comunale, appunto Cristiano Di Pietro, che almeno è capogruppo (di se stesso).
Per non fare la stessa fine in Regione allIdv converrebbe unalleanza. Ma Di Pietro (padre) non ha voluto partecipare alle primarie del centrosinistra, cosa che dovrebbe preludere ad una corsa solitaria. Dunque per il figlio si prospetta la possibilità concreta di essere candidato non solo capolista (già scontata) ma anche come aspirante governatore per lIdv. Un «uno contro tutti» per tentare il botto come De Magistris in Campania? Però Cristiano non è Giggino, e la parte di outsider gli verrebbe male, come figlio di papà. In realtà chi conosce bene lIdv molisano racconta che tra Pd e Idv ci sia già un accordo sottobanco per sostenere un candidato comune, Paolo Frattura, che Di Pietro ha incontrato privatamente già due volte.
I consiglieri regionali del Molise hanno peraltro questa interessante prerogativa, che pur governando la regione più piccola dItalia (319mila abitanti, quanto quelli di Bari), hanno unindennità tra le più alte, circa 10mila euro netti al mese tra emolumento e rimborsi (quasi il doppio dei colleghi dellEmilia Romagna, 5600 euro, molto più di Liguria, Piemonte, Marche, Toscana, Basilicata e altri). Si vedrà poi se lIdv seguirà quanto sta promettendo in campagna elettorale, cioè «dimezzare lo stipendio ai consiglieri regionali entro e non oltre la prima riunione utile del consiglio regionale». Sulla fame della casta stanno impostando tutta la campagna elettorale, volantini con piatti di spaghetti e forchette «Fermiamo lappetito della casta», dove si annuncia la cancellazione del nuovo statuto del Molise. In base al quale i consiglieri passano da 30 a 32 e si istituisce la bizzarra figura del «sottosegretario» regionale, un posto in più.
Ma Di Pietro jr, tolto il cognome, è il nome giusto? La fama non è il massimo. Ci si ricorda dei guai che passò nel 2009, con la brutta faccenda delle raccomandazioni intercettate, quelle col procuratore alle opere pubbliche di Molise e Campania. Indagato (corruzione, turbativa dasta e abuso dufficio), si dimise dal partito (non dalle cariche, però). Una botta notevole per la famiglia (il padre è ex magistrato, il figlio ex poliziotto) e per lIdv. Sono passati due anni, non poco, ma nemmeno troppo. E poi un posto al Consiglio regionale che vuoi che sia.
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