da Roma
Laveva detto più volte, e oggi lo ribadisce nellaudizione davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato: la Finanziaria 2006 è «responsabile e non elettorale», anche se le risorse per ricerca e sviluppo sono insufficienti. Alle critiche dei sindacati, ma anche della sinistra che laccusa di «repentino cambio dopinione» sul governo, Luca di Montezemolo replica con una constatazione: la Finanziaria stavolta ha preso in considerazione le esigenze del mondo produttivo. «Con questa Finanziaria, anche se con luci ed ombre - osserva il presidente della Confindustria - si è finalmente pensato alle imprese, grazie alle misure sui distretti industriali e la riduzione del cuneo contributivo».
Insieme al giudizio positivo sulla manovra 2006, Montezemolo fa anche una previsione ottimista sulla ripresa economica del Paese nella seconda metà dellanno: «Secondo il nostro centro studi - spiega - il terzo trimestre potrebbe chiudersi con un incremento della produzione industriale di circa l1% rispetto ai tre mesi precedenti. Le nostre imprese stanno reagendo con innovazione e internazionalizzazione. E aggiungerei, come presidente della Fiat, che su questo risultato pesa leffetto della Punto».
Il presidente della Confindustria apprezza gli indirizzi di politica economica contenuti nella Finanziaria, ma avverte il governo: ci sono priorità da confermare: la riduzione della pressione fiscale, a partire dallIrap, il contenimento della spesa «con il contributo degli enti locali»; ma anche la revisione della tassazione sulle rendite finanziarie «che deve essere portata ai livelli europei», e la «coerenza» nel contratto del pubblico impiego. «Se negli ultimi anni avessimo fatto crescere le retribuzioni pubbliche come quelle private - spiega Montezemolo - oggi avremmo meno problemi finanziari per una cifra pari allo 0,7% del pil». Un punto, questultimo, che non piace al sindacato. La Cisl accusa Montezemolo dessere un «Giano bifronte», che da una parte sollecita la fiscalità di vantaggio al Sud, e dallaltra insiste perché i risparmi vengano dai contratti pubblici. «Pensi piuttosto a chiudere i contratti privati», attacca il segretario confederale Raffaele Bonanni.
Intanto, dal vertice di maggioranza sugli aiuti alla famiglia vengono le prime indicazioni su come saranno spesi i 1.140 milioni previsti dalla Finanziaria: ci dovrebbero essere buoni libro per la scuola dellobbligo, deduzioni biennali più elevate per i figli a carico, un «bonus secondo figlio». Secondo Mario Baldassarri, il governo potrebbe sostituire le deduzioni con assegni familiari per chi ha redditi bassi, già esentati dal pagamento dellimposta sui redditi (i cosiddetti «incapienti»). «Abbiamo chiesto alla ragioneria generale di quantificare quanto costerebbero queste misure», spiega il ministro delle Risorse agricole Gianni Alemanno. Assente Giulio Tremonti, al vertice informale hanno partecipato i ministri Scajola, Baccini, Calderoli e il viceministro Vegas.
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