Manovre, evoluzioni, trick e jump per i freestyler Fiat

Il marchio Fiat lascia un'impronta sulla neve, un segno, una scia. E, per una volta, non è una questione di automobili, non è una questione di fuoristrada, non è una questione di Panda 4x4. No. È una questione di sport e di atleti. Fiat Auto è, infatti, lo sponsor ufficiale delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Non solo. Fiat Auto, in collaborazione con la Fisi, ha raggruppato i cinque migliori rider o, meglio, i cinque migliori freestyler italiani di snowboard e di sci in una squadra unica. Il Fiat Freestyle Team; dove per «freestyle», stile libero, si intende un approccio artistico e acrobatico allo snowboard e allo sci, contraddistinto da una sola vera regola: la mancanza di regole.
Detto diversamente. Fiat ha scelto di seguire e di supportare i freestyler più freestyler tra i rider del panorama italiano, in vista delle Olimpiadi 2006, su e giù dalla tavola e dagli sci, dentro e fuori le piste innevate. Per quanto riguarda la tavola: Giacomo Kratter, 23 anni, campione italiano «Halfpipe» e 4° alle Olimpiadi di Salt Lake City 2002; Simone Malusà, 31 anni, campione italiano «Bordercross» e 2° ai Mondiali 2003; Tania Detomas, 19 anni, campionessa italiana «Halfpipe» e «Big Air». Mentre per quanto riguarda lo sci: Claudio Bosia, 22 anni, campione italiano «Moguls»; Mattia Pegorari, 21 anni, vicecampione italiano «Moguls».
Il camp estivo per questi freestyler globetrotter della tavola e dello sci è stato organizzato da Fiat sulle nevi di Cervinia, ghiacciaio di Plateau Rosà, 3500 mt di altitudine, dove i ragazzi del team, hanno girato all'interno dello snowpark e dell'halfpipe (le strutture dedicate appositamente al freestyle) per mettere a punto, ancora e ancora, manovre ed evoluzioni, trick e jump, congelati da sessioni di shooting foto e video realizzate ad hoc.
Questo prima di staccare e di rilassarsi qualche giorno. Prima di rindossare gli scarponi e di rimettere tavola o sci sotto i piedi. Prima di tornare nuovamente a viaggiare intorno al globo per gareggiare - marchiati Fiat Freestyle Team, ovviamente, dai caschi ai cappellini, dalle giacche alle tavole o agli sci - lungo le tappe di coppa del mondo e dei contest internazionali sparsi tra Sud America, Europa, Asia.
Perché se c'è un minimo comune denominatore tra questi ragazzi, questa matrice è il loro vagabondare metodico e ordinato da una località all'altra divisi tra competizioni e allenamenti. Dove le gare di coppa del mondo rappresentano il lato ufficiale dell'attività, mentre i contest internazionali, per un ristretto numero di rider invitati, rappresentano il lato non ufficiale. Come dire: c'è freestyle e freestyle, e gli atleti preferiscono surfare in un'atmosfera da contest.
Ma ora c'è anche un altro minimo comune denominatore che accomuna i migliori rider italiani da esportazione. Un team. Anzi. Il team. Il Fiat Freestyle Team. Insieme un progetto e un percorso nel tempo, interni al restyling della casa automobilistica torinese, che vede Fiat avvicinarsi alla cultura e al movimento freestyle e, viceversa, la cultura e il movimento freestyle avvicinarsi a Fiat. Un incontro inaspettato e insolito. Un incontro di stile, una strana e spiazzante sinergia positiva. Obiettivo: le Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Nell'attesa, quello che conta davvero è girare, come dice Giacomo Kratter, solo quello. In Fiat. In Freestyle.

O tutte due le cose assieme.

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