Politica

Manovre su Rcs, Della Valle scatenato: «Assalto lanzichenecco e tutti tacciono»

«Si sta destabilizzando una parte del Paese. Perché la politica non interviene?»

Nostro inviato a S. Margherita Ligure

Nessuno li chiama per nome e cognome. Ma al convegno dei Giovani di Confindustria aleggia il fantasma degli immobiliaristi, al centro delle manovre che stanno coinvolgendo alcune banche e la Rcs. Il riferimento, naturalmente, è soprattutto a Stefano Ricucci. Il più scatenato è Diego Della Valle che si scaglia contro il silenzio della politica. Il presidente della Tod’s, com’è nel suo stile, va giù pesante senza troppi peli sulla lingua. E, forse, esagera un po’ nei toni. Comunque, chiede alla politica di «prendere posizione di fronte all’assalto all’arma bianca di qualche lanzichenecco che, con copertura compiacente, fa quello che vuole, saltando sopra le regole, mentre noi guardiamo, sperando che qualcuno parli. Ma nessuno parla». Della Valle è un fiume in piena.
«Quali sono le regole? Dobbiamo provare a diventare anche noi, non utilizzando una lira, con qualche banchiere compiacente, raider di quel che capita? Perché – dice, rivolgendosi ai politici – non prendete una posizione precisa? Perché non fate arrivare all’orecchio di qualcuno che non si può giocare con il Paese?». Della Valle ricorda che non si tratta di «piccole speculazioni: si sta destabilizzando una parte del Paese, con l’accordo di qualcuno che è regolatore e nessuno gli dice niente». Anche Montezemolo, affronta l’argomento. Lo fa con toni meno ruvidi dell’amico Diego Della Valle. Imprenditore, dice, «non è chi tenta di farlo con i soldi dello Stato, non coloro che stanno immettendo denaro speculativo come non è mai avvenuto prima nel Paese, di cui niente va al lavoro e alla produzione. Questo non è il modo di far crescere il Paese». Il politico che cerca di fornire una risposta a Della Valle e Montezemolo è Pierluigi Bersani, responsabile economico dei Ds. La politica, ammette, «deve avere il fisico per fissare e garantire le regole del gioco». Poi, prova a indicare la strada da seguire. Ad esempio, può essere migliorata la legge sulle opa nella parte in cui definisce cosa si possa fare o meno prima di arrivare al lancio di un’offerta. Si può intervenire, anche sul ruolo delle autorità di vigilanza. «La Consob – prosegue Bersani – ha mostrato di poter avere qualche colpo di reni, spero guardi anche le cose che stanno accadendo». E, comunque, Bersani ricorda la proposta dei ds «sul risparmio, che prevedeva uno spostamento di potere da Bankitalia all’Antitrust e il mandato a termine del governatore. Su questo – dice – non ho sentito commenti».
Le parole di Della Valle arrivano anche a Roma dove c’è Luigi Grillo, presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, che replica prontamente. «Il rapporto tra banche e imprese, che è stato presentato dal governatore di Bankitalia in maniera organica e incisiva, non può essere riproposto, in alcuni interventi, a colpi di invettive». Grillo ce l’ha con il presidente della Tod’s ma non con Montezemolo.

Anzi, conclude Grillo, «è da apprezzare il presidente di Confindustria che si è sforzato di presentare il tema del rapporto tra sistema finanziario e imprenditoriale in una chiave di coesione e di corresponsabilizzazione».

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