Mantenere il «Buridda» significa favorire l’illegalità

di Erminio Ottone

Caro Lussana ho letto sul Giornale le parole di un lettore che elogiava il centro sociale illegale sorto in via Bertani occupando un edificio puntellato e pericolante di proprietà dell'Università di Genova. Ritengo sbagliato dire che grazie a posti del genere i giovani possono esprimere le loro potenzialità artistiche come la giovane protagonista della storia nella lettera.

Mia nipote che suona il pianoforte ha trovato luoghi idonei negli oratori e nelle parrocchie del centro storico tanto snobbate dai nostri amministratori locali e dalla maggioranza in Regione di cui fanno parte anche i cristiani dell'Udc, evidentemente più legati alla loro poltrona che alla loro Fede visto il voto da loro espresso! Vorrei anche ricordare che le varie parrocchie e oratori, come anche altre onlus che accolgono e coinvolgono i nostri giovani in varie iniziative vivono alla luce del sole pagando bollette e emettendo scontrini e quant'altro, non come il Buridda dove le bollette di luce e gas sono pagate dalla comunità (paga Pantalone come al solito, borghese odiato ma assai sfruttato) la birra e altro sono venduti in nero e le sostanze stupefacenti sono di uso quotidiano tanto da creare un evento apposito come la festa del raccolto, e non è del grano! Concordo con il lettore nel fatto che anche in centri come questo ci possano essere giovani meritevoli che si impegnano nel sociale (come cantava De André dal letame nascono i fiori) ma non possiamo ritenere che sia giusto far sopravvivere centri di illegalità di tal specie che non rispettano le regole e le leggi di uno Stato democratico come l'Italia.
Ps. Approfitto di questa mail per far gli auguri di buon anno a tutto il Giornale e a lei caro Lussana!

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