Mantovani scrive ai suoi: «Trasparenza nelle nomine»

Un memorandum a presidenti di Province e capoluoghi lombardi. Compresi il governatore Roberto Formigoni e il presidente di Palazzo Isimbardi Guido Podestà, semmai ce ne fosse bisogno. Il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani e la vice Viviana Beccalossi hanno inviato agli sabato una circolare agli amministratori del partito sui «criteri per le nomine a enti e società partecipate». Per garantire «assoluta trasparenza» nella gestione «si richiede di prestare la massima attenzione nell’affidamento degli incarichi (cda, consigli di gestione, collegi sindacali ecc) affinchè rappresentanti eletti nelle amministrazioni partecipanti non ricoprano alcun ruolo in società dalle stesse partecipate, come stabilito nella seduta del coordinamento dell’11 aprile», a cui era presente anche Silvio Berlusconi. Tradotto: niente doppio incarico a consigliere in enti collegati alla stessa amministrazione, «controllore e controllato non possono coincidere, più trasparenza» afferma Mantovani. Gli ex assessori Bruno Simini e Maurizio Cadeo ad esempio avevano rinunciato alla candidatura per una poltrona in Amsa (salvo poi fare i conti con un altro inghippo legislativo). La circolare raccomanda anche «di verificare con attenzione i profili dei candidati, che si auspica possano essere valutati anche e soprattutto in virtù di adeguate competenze professionali e rettitudine» e il rispetto delle quote rosa. Semplici principi di buon senso «che saranno certamente utili per il rilancio del Pdl». «Non basterà essere amico di - puntualizza la Beccalossi - vanno premiate le competenze». Mentre a Milano si litiga sul capogruppo e si aprono ipotesi di rimpasto in Provincia e Regione per ricollocare i non eletti, assicura che dietro alla circolare «non c’è nessun retroscena.

Bisognava fissare le linee, anzi il prossimo passo sarà un unico regolamento da far firmare agli eletti del Pdl, valido dal piccolo Comune alla Regione. Un sistema che consenta di prendere provvedimenti quando un consigliere vota in conflitto con le indicazioni del partito su documenti non di natura etica, come bilancio o Pgt».