Finalmente il napoletano Potito Starace, tennista bravino, ha conosciuto il proprio idolo: Diego Armando Maradona. Era una vita che lo scugnizzo della racchetta sognava levento. «Sono sempre stato un suo tifosissimo - racconta dopo la sconfitta subìta a Buenos Aires ad opera delleroe di casa Nalbandian -. Addirittura, prima del match avevo raccontato ai giornalisti argentini che mi avrebbe davvero fatto piacere incontrarlo».
Accontentato. Per ben due volte. Starace ha incontrato il proprio idolo non appena scoccato il match, non appena dalle tribune un tamarro grasso e tatuato ha cominciato a comportarsi come un pistone impazzito, su e giù rombando parole spesso irripetibili ad ogni errore o punto perso dal napoletano. «Mi ha insultato da inizio match e cè voluto lintervento dellarbitro per farlo smettere - dirà Starace -; per un set e mezzo mi ha riempito di insulti. Già prima della partita larbitro si era accorto delle sue intemperanze, chiedendomi se volevo che lo facessi allontanare, ma ho lasciato stare. Però così Diego mi ha fatto perdere la testa; sono andato dal giudice di sedia e gli ho detto: o lo sbatti fuori o vado da lui e gli tiro una racchettata nei denti».
Il secondo incontro fra Starace e Maradona è avvenuto nello spogliatoio.
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