Maradona è un pezzo della nostra nostalgia. Diego Armando è un’icona della nostra gioventù, e per questo tutto quello che ha fatto da uomo gli è stato sempre perdonato, bastava chiamare un Gianni Minà di turno per lavarsi la coscienza e tornare a trepidare per il Pibe. Diego Armando Maradona da ieri è il nuovo ct dell’Argentina e lui ha già fatto sapere le sue regole, cioè “decido tutto io” come sarebbe giusto che sia, se davvero l’ex Oro di Napoli avesse qualcosa da insegnare oltre che il suo immenso talento, che era e resterà unico. E allora sarà divertente vedere come Maradona da ct spiegherà ai suoi giocatori che bisogna essere professionali in campo e fuori, di come bisogna allenarsi seriamente e non derogare dalle disposizioni del tecnico per tornare a vincere. Lo dovrà fare Diego Armando – che non a caso si è tenuto come direttore tecnico Biliardo – e lo dovrà fare un po’ meglio dei suoi precedenti tentativi da allenatore, finiti sempre con una toccata e fuga verso il ritorno alle proprie mancanze di uomo.
Dicono però adesso che Maradona è cambiato, anche se gli amici vicini del Brasile non ci credono, perché per i giornali «l’idolo di tutti, il grande calciatore avrà adesso il compito di mettere in pratica con profitto la sua grande esperienza da giocatore e ridare un’anima e un gioco al calcio argentino che, nonostante la presenza di grandi calciatori come Messi e Riquelme, attraversa un brutto periodo», ma per i sondaggi il 79% pensa che Maradona fallirà, «perchè per allenare non basta essere un idolo».
Per allenare infatti bisognerebbe essere anche uomini e il Pibe, in questo, ha sempre avuto difficoltà dopo aver smesso di essere bambino troppo presto. Potrebbe allora essere questa la grande occasione, la volta che Maradona – oltre a diventare un grande tecnico - finirà per essere un uomo normale. Ma a 48 anni tra poco, ci possiamo davvero credere?