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Maradona, minirivincita del fisco: su eBay l’orecchino sequestrato

MilanoIl campione è svanito da un pezzo. L’uomo, mediocre come capita ai più, deve portarne il peso. Eccessivo, com’è normale quando il corpo non porta più a spasso il fuoriclasse ma solo le reliquie di quel passato glorioso. Anche quelle hanno portato via a Diego Armando Maradona, spogliato come un albero di Natale finite le feste. L’orecchino, immancabile quando si parla del Pibe de Oro, è stato catturato dal fisco con un blitz studiato nei dettagli la scorsa settimana. Ora, Equitalia comunica che il prezioso bottino andrà all’asta, probabilmente su eBay, per provare ad alzare l’asticella del profitto.
Si parte da quattromila euro. E il valore di base che uno specialista ha attribuito al piccolo gioiello, sequestrato, sigillato e parcheggiato in cancelleria, al Tribunale di Bolzano, in attesa di essere messo sul mercato. Di solito, queste aste hanno qualcosa di malinconico, perché auto, bici, televisori, mobili, monili, insomma pezzi di vite espropriate, vengono disputati come un osso dai compratori. Questa volta, le emozioni saranno di dominio universale. L’orecchino di Maradona l’abbiamo in mente tutti, insieme ai suoi gol da cineteca e al suo ghigno da scugnizzo.
Ma il vissuto di ciascuno di noi si deve inchinare alla legge dei numeri. Il fisco italiano, che quanto a memoria batte gli elefanti, ha un conto aperto da 36 milioni di euro con Maradona, fra tasse evase e interessi maturati, e nessuna voglia di fargli uno sconticino. Nel 2006 c’era già stato un primo round: allora andarono all’asta due Rolex. Il copione fu stravolto, perché gli orologi, pagati undicimila euro, furono prontamente restituiti al campione dai due tifosi napoletani che se li erano aggiudicati.
Insomma, le reliquie, manco fossero quelle di San Gennaro, non furono disperse. Questa volta non è detto che sia così. Il tempo fa evaporare anche l’entusiasmo dei fan e poi le alterne vicende dell’uomo potrebbero avere il loro peso. L’ultimo Maradona, il ct dell’Argentina, sta dando una prova pessima. La nazionale carica di campioni è povera di punti e rischia di non arrivare neppure ai mondiali in Sudafrica. Sarebbe una sciagura, una calamità nazionale per un Paese che vive di calcio e che per salvare l’onore della squadra, sempre più irriconoscibile e spiaggiata quasi in fondo alla classifica del girone eliminatorio, pensa seriamente di divorziare dal suo idolo e di allontanarlo dalla panchina.
Equitalia invece prova a far cassa: «Per la rilevanza del personaggio e per quello che può essere il valore dell’orecchino pignorato che va oltre il valore reale del gioiello vorremmo provare ad usare l’asta telematica». Diabolica davvero, Equitalia: per ingolosire il pubblico ricorrerà al più perfido escamotage. L’orecchino sarà accompagnato da un autografo del campione, quello che Maradona ha dovuto concedere ai finanzieri che l’avevano pizzicato in un centro benessere fra le montagne dell’Alto Adige, meta scelta dal ct per dimenticare gli ultimi insuccessi e perdere qualche chilo.
Sì, le Fiamme gialle sono l’unico tifoso che non perde mai di vista Diego Armando. Come si affaccia nel nostro Paese, loro bussano e con pazienza di formichine gli portano via frammenti del mito. Prima gli orologi, ora l’orecchino, accompagnato, nientemeno, dal verbale di confisca, la prossima volta chissà. In un inseguimento sfiancante che sbreccia anche il piedistallo della leggenda.
E l’Associazione contribuenti italiani va alla guerra: «Siamo pronti ad acquistare gli orecchini di Maradona, se saranno messi in vendita su E-Bay, per farli diventare il simbolo dell’inefficienza dell’amministrazione finanziaria verso gli evasori fiscali». E’ uno stillicidio che rischia di allungarsi per una vita intera: «Il fisco in Italia non riesce a riscuotere da Maradona più dello 0,10 per cento». Gli spiccioli, poche migliaia di euro che non intaccano la montagna di oltre trentacinque milioni.

Il debito, incolmabile, che il campione ha lasciato in eredità all’uomo.

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