A Zurigo sono arrivati con tre squadre, 54 atleti da 11 Paesi diversi. Tutti con la stessa idea in testa: correre per aiutare Rebecca e la ricerca perché trovi il modo per curare la Sma, latrofia muscolare spinale che impedisce ai suoi muscoli di crescere e quindi di fare la maggior parte delle cose che fanno i bimbi di due anni. Una vera e propria spedizione partita anche da Milano che si è ritrovata sulle colline che circondano il lago a correre una staffetta di 114 chilometri. La sfida è una «classica» nata 38 anni fa dalla scommessa tra le due università della città e che ora vede al via più di 800 «team» e 11mila atleti. Così per un week end Zurigo ha parlato anche un po milanese con tre squadre di staffettisti di rosso vestiti capitanati da Marco, un giovane di Cusano Milanino che da 8 anni vive a Zurigo e che 8 anni fa per una malattia simile ha perso il padre. Il gruppo ha provato a tenere alto il nome di «Smarathon» e a raccogliere fondi da destinare allIstituto Besta che sulla Sma con il professor Giorgio Battaglia è allavanguardia in questo tipo di ricerca. Non solo. Grazie a questa «spedizione» zurighese Smarathon ha raccolto quanto mancava per acquistare una carrozzina che permetterà ad un bimbo egiziano affetto da Sma che vive alla Barona di muoversi con un po più di autonomia.
«Da quando abbiamo avuto notizia della malattia di nostra figlia - ricorda Luca, il papà di Rebecca - io e mia moglie Elena abbiamo pensato che non potevamo restare fermi ad attendere che succedesse qualcosa. Così con un gruppo di amici appassionati di maratone abbiamo deciso di correre per spiegare a chi non la conosce cosè la Sma, chi colpisce e cosa provoca. Sono nati una associazione, un sito, un logo e delle magliette rosse con la scritta Smarathon. Poi ci siamo rimessi al buon cuore di chi entra in contatto con noi...». In poco più di un anno sono stati raccolti 27mila euro tutti devoluti alléquipe del Besta che è pronta a testare sulle cavie una terapia genica che potrebbe segnare una svolta per la cura di questa malattia. Luca ed Elena sono il vero «motore» di questa associazione sostenuta perlopiù da gente comune. Ma dove cè una maratona, un evento, un campione dello sport da coinvolgere ci sono anche il papà e la mamma di Rebecca.
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