Maratona urbanistica, Milly Moratti ultima giapponese

Dopo 17 ore in aula, i consiglieri hanno alzato bandiera bianca. La maratona sul Pgt programmata fino alle 15.30 di ieri si è interrotta alle 5 e mezza del mattino. Non sono bastate l’uscita (del Pdl) per un gelato in corso Vittorio Emanuele prima di mezzanotte mentre il Pd e la sinistra radicale litigavano sul ritiro di una parte degli emendamenti, né intorno alle due la visita (gradita ai nerazzurri) del patron dell’Inter Massimo Moratti alla moglie Milly, sempre più isolata nella strategia dell’ostruzionismo a tutti i costi. Per mantenersi svegli è scattata anche l’anguriata bipartisan, ma in parecchi hanno ceduto comunque: chi allungato sul banco (come la consigliera Pdl Barbara Bianchi Bonomi), chi sul cuscino gonfiabile portato da casa (Lorenzo Malagola). Nella lunga notte del Pgt, anche chi teneva gli occhi a mezze luci non ha fatto fatica a inquadrare l’immagine di una sinistra sempre più allo sbando. Sul tappeto a fine seduta sono rimasti 198 emendamenti, quasi tutti firmati da Milly Moratti. Esercizi di stile per allungare il dibattito, orazione di venti minuti sull’opportunità di sostituire una parola nel testo a cui neanche il Pd ormai presta più il fianco. Nessun consigliere di centrosinistra prende più la parola in aula, solo Ines Quartieri del Prc cerca di fare da collante tra i duri e puri contro il Pgt (la Moratti e Basilio Rizzo) e il capogruppo di Sinistra democratica Giuseppe Landonio pronto a chiudere il dibattito e ai ferri corti con la cognata del sindaco (non si rivolgono nemmeno più la parola). Gli emendamenti di contenuto si sono esauriti con l’ultima correzione al Piano di governo del territorio concordata e approvata da tutti per raddoppiare da 1,5 a 3 milioni di metri quadri il verde in città.
Oggi seduta fissata fino alle 24 ma dovrebbe sciogliersi in fretta, per un consiglio fiume domani in seconda convocazione. Il Pdl spera nel voto entro lunedì. «Ogni ora che passa aumenta il rischio che anche se si approva il testo a luglio non si arrivi all’adozione entro fine mandato - avverte il capogruppo Giulio Gallera -. Da inizio anno siamo già in regime di salvaguardia, i cambi di destinazione d’uso sono bloccati, se la palla passa alla prossima giunta bloccheremo lo sviluppo della città per 3-4 anni. Apprezzo la serietà mostrata dal Pd che in aula ha abbandonato Milly Moratti nel suo ostruzionismo ormai senza senso». Ma non cedere è l’input lanciato due giorni fa dal consigliere lombardo del Pd Filippo Penati: «Nessun accordo con le destre di Moratti e Podestà». E il capogruppo comunale Piefrancesco Majorino si è messo sull’attenti. Il giochino è presto detto: sparigliare le carte, anche dopo l’accordo bipartisan sul parco Sud votato in aula.

Allungare il più possibile l’ok al Pgt, per far slittare l’adozione in aula a marzo o aprile 2011, in piena campagna elettorale. Quando il Pd non avrà nessuna voglia di fare regali alla giunta Moratti. E chiederà il rinvio alla prossima giunta.

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