Sport

Maratoneta azzurro in un giro di doping

Di Cecco, vincitore a Roma e vice-Baldini, coinvolto in un traffico di farmaci. È un carabiniere. Si difende: «Non c’entro»

da Pescara

Alberico Di Cecco, uno dei più forti maratoneti italiani, nono alle Olimpiadi di Atene e trionfatore della maratona di Roma del 2005, è coinvolto in un'inchiesta antidoping della procura della Repubblica di Torre Annunziata che ha emesso otto ordinanze di custodia e tre obblighi di dimora in seguito alla scoperta di un traffico di anabolizzanti. All'abruzzese Di Cecco, considerato attualmente il più forte maratoneta italiano dopo Stefano Baldini e uno dei migliori di sempre, è stato imposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza (Fara San Martino, in provincia di Chieti). Nell'inchiesta, che ha portato al sequestro di tre palestre, figurano anche tre ciclisti professionisti meno noti del maratoneta del gruppo sportivo dei carabinieri che proprio ieri ha compiuto 32 anni e si stava allenando per i campionati italiani di domenica a Padova. Di Cecco era stato anche inserito nel quintetto azzurro per i prossimi europei di Goteborg.
Secondo quanto si è appreso, Di Cecco - tra febbraio e marzo dell'anno scorso - avrebbe avuto contatti con il titolare di una palestra di Angri (Salerno) con il quale avrebbe concordato l'acquisto di non meglio precisate «sostanze dopanti» mai sequestrate ma del cui uso gli investigatori avrebbero avuto conferma attraverso intercettazioni telefoniche. «A seguito di alcune prestazioni di livello - ha detto una fonte all'agenzia Ansa - i due si sono sentiti confermando la bontà di alcuni prodotti». Al Tg3 Abruzzo, il campione ha detto di essere estraneo alla vicenda. Le indagini, il cui periodo di riferimento va dal febbraio al maggio 2005, precisa un comunicato, hanno preso il via da un altro filone investigativo che riguardava un'attività di spaccio di sostanze stupefacenti tra i comuni di Sant'Antonio Abate e Angri stroncata con l'operazione del 7 giugno dell'anno scorso denominata «white winter». Tra gli arrestati figura Leonardo Guidi, 32 anni, toscano, ciclista professionista per due anni.

Altri due corridori professionisti coinvolti, e destinatari dell'obbligo di dimora, sono Clemente Cavaliere, di 27 anni, di Montoro Superiore (Avellino) e Michele Scotto D'Abusco, di Ischia (Napoli): fu licenziato in tronco nel giugno del 2005 dalla Lampre-Caffita, la squadra di Beppe Saronni, dopo il riscontro di valori ematici fuori norma nel corso del Giro del Delfinato in Francia.

Commenti