Marchionne: "Fiat sempre in corsa per Opel, ma l'offerta non cambia"

L’ad sottolinea che l’offerta presentata a General Motors e al governo di Berlino non sarà modificata. Il ministro Guttenberg: "Le trattative con Magna non hanno ancora prodotto una soluzione sostenibile". A luglio il piano Chrysler

Marchionne: "Fiat sempre 
in corsa per Opel, 
ma l'offerta non cambia"

Fiat non molla la presa su Opel e conferma che il piano presentato alla casa madre General Motors e al governo tedesco non subisce cambiamenti e, quindi, che non verranno fatti ritocchi. L’amministratore delegato Sergio Marchionne è perentorio: «La nostra proposta è la più razionale dal punto di vista industriale». La tattica adottata dal Lingotto continua a essere di attesa. Su Opel, del resto, continua a regnare l’incertezza anche se è stata siglata una lettera d’intenti con la cordata Magna-Gaz-Sberbank.
E proprio dal colosso bancario russo, condizionati dalla pesante crisi che grava su Mosca, arrivano segnali contrastanti. Il numero uno German Gref afferma di ritenere «ancora possibile l’acquisizione di una quota della casa tedesca, ma solo se le nuove condizioni andranno bene alla Federazione russa». Quindi precisa (non a caso i tempi indicati coincidono con il verdetto degli elettori tedeschi), che «un accordo non arriverà prima di settembre». Più pessimista il membro del board della banca Denis Bugrov: «Può succedere ancora di tutto». Ad aggiungere incertezza su intertezza ci si mette anche il ministro dell’Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg, secondo il quale «le trattative con la cordata di Magna non hanno ancora prodotto una «soluzione sostenibile».
Da parte loro gli altri due contendenti, la cinese Baic e il fondo americano Ripplewood, si accingerebbero a firmare a loro volta lettere d’intenti. Per tutti c’è tempo fino al 15 luglio. «Quello che so - ha aggiunto ieri Marchionne, impegnato in un convegno a Venezia - è che tra Opel e Magna non sta andando molto bene», anche perché gli austro-canadesi non intendono riconsegnare a Gm la casa tedesca dopo averla risanata.
Marchionne aspetta, dunque, con calma il passaggio del nuovo treno. Nel frattempo, confermati gli obiettivi del primo semestre (il 22 luglio il cda approverà la seconda trimestrale del Lingotto), resta concentrato sull’avventura americana. A fine luglio, in proposito, è in programma il primo consiglio della nuova Chrysler. Oggi Marchionne vedrà i suoi manager rientrati dal Michigan e con loro metterà a punto il piano prodotto che, come anticipato dal Giornale, «pensiamo di riuscire a sviluppare entro luglio». «Su Chrysler - questo l’impegno del top manager - è di non deludere il presidente americano Barack Obama. Il nostro lavoro renderà la società sana e solida. Il mercato Usa non ha altra scelta rispetto a quella di convertirsi a vetture più piccole. Noi possiamo portare Oltreoceano le piattaforme e i motori per far tornare Chrysler competitiva nei segmenti delle auto piccole e medie. Ritengo poi che saremo competitivi con Toyota e Honda anche sui prezzi». Per l’industria dell’auto americana è l’ora della sua rivincita». Sempre nei prossimi giorni, intanto, sono attesi a Torino i manager americani dell’alleanza. La missione, che dovrebbe essere capeggiata da Jim Press, l’ex vicepresidente di Chrysler, nonché grande esperto del mercato Usa, servirà al team per approfondire le sue conoscenze sulla realtà tecnologica e industriale del gruppo. Secondo indiscrezioni raccolte dal Giornale, intanto, il piano prodotti Fiat-Chrysler prevederebbe l’allargamento della piattaforma che dà origine al monovolume Voyager all’italiana Phedra. In questo caso si chiuderebbe la collaborazione, sui veicoli «tuttospazio», tra Fiat e Psa, rimanendo solo quella riguardante i furgoni.

In Messico, poi, nascerebbe una piccola Jeep sulla base della Panda 4x4, mentre la piattaforma premium della Chrysler 300C sarà utilizzata da Torino per tornare nell’alto di gamma con Alfa. A disposizione ci sarebbe anche la piattaforma C da cui è nato il crossover-minivan Dodge Journey. Novità infine, potrebbero esserci presto in Cina, per un possibile accordo Fiat-Guangzhou.

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