Marchionne: «Ora la Fiat ha voltato pagina»

Domenica missione in Cina: possibile definizione degli accordi con Chery. Prodi: «Contento della resurrezione dell’azienda»

da Roma

«In Fiat si è voltata pagina», ha ribadito ieri Sergio Marchionne nella sede di Confindustria. E a sentire i toni trionfalistici dell’amministratore delegato, gli obiettivi e le ambizioni del Lingotto, insieme a un migliaio di giornalisti arrivati a Roma per il battesimo della nuova Bravo, seduto nella prima fila dell’Auditorium della Tecnica c’era anche Vadim Shvetsov, 37 anni, presidente e amministratore delegato di Severstal Auto. Il colosso industriale russo, insieme agli indiani di Tata Motors, costituisce una pedina fondamentale nei piani di sviluppo nei Paesi emergenti del gruppo italiano. E Marchionne, al giovane top manager di Mosca, ha presentato un’azienda muscolosa e in piena salute, capace di dare un contributo non indifferente al volume d’affari della stessa Severstal. «Gli accordi con Fiat - ha detto Shvetsov al Giornale - sono per noi molti importanti. E penso proprio che Grande Punto, Linea e Bravo avranno un notevole successo sul mercato russo». Marchionne, che domenica volerà in Cina per verificare di persona i progressi delle intese stipulate da Iveco e quelle riguardanti l’Auto (possibile chiusura del contratto di fornitura motori con Chery e probabile definizione con la stessa società di nuovi accordi, tra cui quello della distribuzione del marchio Alfa Romeo sotto la Muraglia), ha confermato che entro giugno sarà definita una nuova alleanza.
Con il presidente Luca Cordero di Montezemolo, ieri nella veste anche di padrone di casa, l’ad di Fiat Automobiles, Luca De Meo e Harald Wester, responsabile dell’ingegnerizzazione dei prodotti di Mirafiori, Marchionne ha ripercorso il cammino che ha portato alla Bravo: 350 milioni di investimento con la ferma volontà di recitare un ruolo da protagonista nel segmento di mercato più importante d’Europa. «In questa vettura - ha messo l’accento l’ad del gruppo - c’e il meglio della Fiat. Ora siamo a livelli mondiali e la vera sfida parte da questo momento».
Sono stati quindi ricordati i piani di Fiat Group Automobilis che, da qui al 2010, immetterà sui mercati 46 modelli, tra novità e rinnovamenti vari. «Rimessi a posto i conti e annunciato il ritorno al dividendo - ha proseguito Marchionne - adesso siamo concentrati con maggiore tranquillità sul core business del gruppo. E siamo pronti a scalare due posti nella classifica mondiale dei costruttori (a farne le spese, secondo una recente indagine di Pwc, sarà quest’anno la Suzuki-ndr)».
Ma sulla Bravo, Marchionne attende con impazienza anche il responso delle agenzie di rating, chiamate a pronunciarsi sul ritorno di Fiat all’investment grade: «In proposito - ha spiegato - questa macchina è un elemento fondamentale». Se la Bravo (120mila unità a regime, break even già a 75mila) riscontrerà i favori del pubblico, il Lingotto dimostrerebbe di non essere più Grande Punto-dipendente.
Nel pomeriggio Montezemolo, Marchionne, De Meo e il vicepresidente della Fiat, John Elkann, si sono recati al Quirinale e a Palazzo Chigi per presentare la Bravo alle massime autorità dello Stato. E mentre il presidente Napolitano ha provato la vettura nel cortile del palazzo e anche per un breve tour esterno, Prodi ha voluto commentare il riassetto della Fiat.

«Sono assolutamente contento di questa progressiva resurrezione e di questa progressiva affermazione della Fiat sui mercati internazionali. È un ulteriore passo rispetto a quanto fatto l’anno scorso», ha commentato il premier.
Infine, nessun particolare effetto Bravo in Borsa: le azioni Fiat hanno perso lo 0,29% chiudendo a 16,65 euro.

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