Marchionne: «Senza Opel niente scorporo dell’auto»

Niente scorporo dell’auto senza Opel. Sono molte le incognite che ancora gravano sul futuro di Fiat, a partire dal successo dell’integrazione con Chrysler. Ma un elemento certo c’è e Sergio Marchionne lo ribadisce in un’intervista all'agenzia Bloomberg, confermando quanto anticipato da il Giornale: il progetto di spin-off e di quotazione in Borsa della divisione auto è sospeso, visto che l’acquisizione di Opel da parte del Lingotto sembra definitivamente sfumare. Per scorporare le quattro ruote «abbiamo bisogno di un piano industriale molto chiaro» ha detto l’amministratore delegato del Lingotto aggiungendo: «Opel sarebbe stata una vera opportunità che ci avrebbe permesso di raggiungere i sei milioni di vetture prodotte, ma non ci siamo ancora».
L’ipotesi di separazione dell’auto dal resto delle attività Fiat era ritornata d’attualità in questi mesi, di pari passo con la frenetica attività di «espansione» di Marchionne: prima il deal Chrysler, poi la trattativa per Opel. Lo scorporo avrebbe consentito al gigante automobilistico di trovare nuovi investitori e contemporaneamente alla famiglia Agnelli di svincolarsi da obblighi di controllo.
Intanto l’uomo in pullover si consola con i primi risultati concreti del suo lavoro su Chrysler: «Stiamo ancora bruciando contanti, ma a un ritmo di gran lunga più lento» ha dichiarato a Bloomberg, aggiungendo che la priorità è «arrestare l’emorragia» nel più breve tempo possibile. Ed entro fine luglio, spiega il numero uno di Fiat, arriveranno le prime decisioni strategiche sui marchi Alfa Romeo e Dodge, in forte concorrenza tra di loro.
Fiat ha centrato gli obiettivi di utile operativo del secondo trimestre e riuscirà a generare la liquidità preventivata, ha aggiunto l’amministratore delegato, smentendo invece che il Lingotto sia alla ricerca di un altro partner industriale in Europa o in Asia. Anche perché la partita per il controllo di Opel è tutt’altro che finita. Secondo il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola c’è ancora «speranza». Magari di vedere qualche novità alla fine dell’anno, ha detto Scajola, quando ci si renderà conto che l’unica vera proposta industriale arriva dall’Italia.
Al momento tuttavia il ruolo di Fiat nella vicenda Opel resta defilato, anche se i tempi per la chiusura definitiva della partita potrebbero essere ancora lunghi (non prima di settembre-ottobre secondo molti). Torino ha fatto sapere che non presenterà una nuova offerta, mentre gli altri pretendenti si sarebbero già mossi.

Stando alla stampa tedesca, il fondo Ripplewood, che fino a pochi giorni fa sembrava fuori dalla trattativa, avrebbe messo sul piatto una seconda proposta, più ricca. E, si legge sempre sui giornali tedeschi, nonostante le difficoltà registrate nelle ultime settimane dalla trattativa con Gm, la cordata Magna resta comunque la favorita numero uno per l’acquisto di Opel.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica