Francesca Nacini
Il mare ligure è sempre più pulito, ma per bagnarvisi i cittadini potrebbero essere costretti a presentare la dichiarazione dei redditi: è questo il quadro scioccante che emerge dalla contraddittoria giornata di ieri. Mentre, infatti, in sede regionale, gli assessori a Turismo e allAmbiente, insieme alla dirigenza Arpal, annunciavano fieri i risultati positivi del monitoraggio del nostro mare, lassessore del Comune di Genova ai servizi civici Gianfranco Tiezzi, dichiarava che, per garantire la socialità del servizio erogato dagli stabilimenti balneari del capoluogo, potrebbe essere studiato un sistema tariffario diviso per fasce di reddito, simile a quello delle mense scolastiche, in modo da far pagare eventuali rincari futuri solo sulle tasche dei «ricchi». Un autentico tocco di grigiore burocratico in una giornata che si era aperta secondo i migliori auspici per i litorali regionali.
Secondo le ricerche di Arpal, infatti, il mar Ligure non è solo uno dei più controllati a livello nazionale ma è anche uno dei più puliti: su 405 punti di monitoraggio solo 18 hanno evidenziato problemi e, al loro interno, solo una piccola parte risulta effettivamente inquinata. Su 276 chilometri di costa, quindi, solo il 4% è non balneabile e tenuto conto della rigidità dei parametri adottati (i limiti fissati sono dieci volte più bassi di quelli francesi) tale risultato è eccellente. Per amplificare questa rosea realtà le istituzioni hanno studiato una serie di iniziative informative e di sensibilizzazione, realizzate in collaborazione con lAcquario di Genova, e atte a promuovere un corretto sfruttamento delle risorse marine e costiere sia da parte dei comuni cittadini sia da parte dei gestori di stabilimenti. Con lintento di rendere ancor più sicure le vacanze di tutti è stata, inoltre, avviata una collaborazione con il gruppo carabinieri subacquei del Noe per monitorare leventuale presenza della famosa alga Ostreopsis che lanno scorso tanti problemi e tanti allarmi aveva creato nel capoluogo regionale.
La Liguria, burocrazie a parte, è quindi pronta ad accogliere al meglio i turisti che, dati gli ultimi provvedimenti della Cassazione, potranno gettarsi ancor più sicuri tra i flutti marini: accogliendo il ricorso del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, infatti, la Suprema Corte ha sancito il divieto per i bagnini di allontanarsi, anche solo brevemente, dalle proprie postazioni di salvataggio. Il caso in esame era quello di un addetto al soccorso di Genova che, durante il turno di servizio, invece di vigilare sui bagnanti, si era dedicato ad altre occupazioni in spiaggia.
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