Cinquemila delfini in trappola nel Golfo del Messico, i primi uccelli con le ali coperte dal petrolio paralizzati sulle rive. Nelle paludi del Delta del Mississippi, invaso dai tentacoli della marea nera, arriva la Guardia Nazionale. Ed è stato proclamato lo stato d'emergenza in quattro stati: Louisiana, Florida, Alabama e Mississippi. Alla Casa Bianca il presidente Barack Obama ordina lo stop alle trivellazioni offshore e si prepara andare nelle zone colpite dal disastro: "Basta per almeno un mese, finché non sarà fatta chiarezza".
La guardia costiera americana stima che la perdita di petrolio nel Golfo del Messico possa aggravarsi considerevolmente, riversando milioni di litri di greggio ogni ora. Lo riferisce il giornale The Mobile Press-Register. Secondo un rapporto riservato della Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica (Noaa), due nuove perdite sono state scoperte mercoledì scorso, 28 aprile, nella colonna montante danneggiata della piattaforma petrolifera, affondata il 22 aprile scorso dopo una esplosione e un incendio, a 70 km dalle coste della Louisiana. "Se la colonna montante si deteriora ancora di più - si legge nel rapporto - il flusso di petrolio potrebbe diventare incontrollato e liberare un volume di grandezza superiore a quello che si pensava in previdenza".
Una piattaforma petrolifera è stata evacuata per motivi precauzionali e un'altra è stata chiusa nel Golfo del Messico mentre il peggioramento delle condizioni meteo nel Golfo del Messico sta vanificando gli sforzi fatti finora per contenere l'avanzata della marea nera verso le coste. Nella zona i venti forti e il mare agitato hanno reso praticamente impossibile arginare la gigantesca chiazza di petrolio e impedire che arrivi in grande quantità sulle coste. Il servizio Meteorologico ha diffuso un bollettino per precisare che si prevede un rafforzamento del mare e dei venti per le prossime 24 ore. "Non ci potrebbe essere niente di peggio - ha commentato il portavoce del Centro dei soccorsi costituito dopo l'affodamento della piattaforma Deepwater Horizon - in queste condizioni, le protezioni che abbiamo finora calato in acqua risultano del tutto inefficaci".
Obama, attaccato dagli ambientalisti tra cui Bobby Jr, il figlio di Bob Kennedy, andrà in Louisiana domani mattina per prendere visione di persona del disastro ecologico. Lo ha reso noto il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Decisione opportuna perché il mancato arrivo del presidente nell'area colpita ha sustitato polemiche anche nell'opione pubblica amercana, soprattutto in quella dei quattro stati che hanno dichiarato lo stato d'emergenza.
E intanto l'amministrazione preme sulla Bp britannica perché faccia di più. Il gigante petrolifero è il responsabile del disastro ma le risorse che ha promesse non bastano, ha detto al ministro della Homeland Security Janet Napolitano, affiancata dal governatore della Louisiana, Bobby Jindal.
Il ministro della Difesa Robert Gates ha mandato due C-130 mandati dal Pentagono per spruzzare solventi per debellare il petrolio assassino. Intanto un'altra piattaforma petrolifera si è rovesciata in un canale vicino a Morgan City, in Louisiana. Lo ha reso noto la Guardia Costiera a Houston: una unità mobile di trivellazione si è rovesciata nel canale Charenton, a sud dell'autostrada 90. La Guardia Costiera ha detto che l'unità di trivellazione, che ha un serbatoio capace di contenere 80.000 litri di diesel, non sta perdendo carburante ma per motivi precauzionali sono state alzate barriere galleggianti di contenimento. Non ci sono feriti.
Potrebbe essere, anzi che sarà peggio della Exxon Valdez, la petroliera che nel 1989 scaricò in mare 40 mila tonnellate di greggio contaminando 1.600 chilometri di costa e scatenando 38 mila azioni legali. Secondo i calcoli della Noaa (National Oceanic Atmospheric Administration) tra 55 giorni il volume di petrolio sgorgato nel golfo del Messico eguaglierà quello dell'Alaska mentre ci vorranno fino a 90 giorni per tappare le falle che si sono aperte nel fondo del mare quando è affondata Deepwater Horizon.
Accusato di aver reagito con lentezza al disastro che investe la stessa regione devastata cinque anni fa dall'uragano Katrina, Obama è tornato a parlare della marea nera dal Giardino delle Rose: "Il governo è pienamente preparato e sta facendo tutto il necessario", ha detto il presidente annunciando di aver chiesto al ministro dell'Interno, Ken Salazar, di far rapporto entro 30 giorni "sulle tecnologie e le precauzioni da prendere per evitare un bis di incidenti come questi". Nel frattempo la Casa Bianca ha congelato i piani di nuove esplorazioni offshore e la Bp, responsabile del disastro perché era suo il petrolio del pozzo esploso, ha fatto buon viso a cattivo gioco: "Non metteremo ostacoli".
Il maltempo complica intanto gli sforzi di contenimento in cui sono impiegate tra l'altro una settantina di navi mentre sulle tv americane i meteorologi scandiscono il cammino di quello che dall'alto sembra un serpente dalle scaglie iridescenti che si staglia contro il blu cobalto dell'oceano: tra oggi e domenica arriverà in Mississippi e Alabama, lunedì in Florida. Lungo le coste, dove pesca e trivelle sono due facce della stessa medaglia - le attività che consentono la sopravvivenza alle famiglie del luogo - la popolazione si sta preparando al peggio.
Oltre ai ministri inviati da Obama nella zona del disastro, si è mosso anche il ministro della Giustizia, Eric Holder: i suoi avvocati studiano con le procure eventuali responsabilita che potrebbero coinvolgere il gigante texano Halliburton.
Bp si è intanto accollata l'onere si inevitabili risarcimenti: "Se le richieste di danni saranno legittime le onoreremo", ha detto il Ceo, Tony Hayward. E il disastro potrebbe costare alla BP oltre 6 miliardi di dollari. Secondo la CNN, che ha interpellato analisti americani, la sola 'pulitura' delle coste di Louisiana, Alabama, Florida e Mississippi, e i conseguenti danni causati all'industria della pesca, dovrebbero superare i 3 miliardi di dollari. Gli analisti ritengono poi che dovrebbero aggirarsi sui 3 miliardi di dollari i danni inflitti al turismo. Nel 1989 il disastro in Alaska della Exxon Valdez costò alla Exxon Mobil complessivamente 4,3 miliardi di dollari tra pulizia delle coste, risarcimento danni e sanzioni varie.
Bp che ha affittato la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon e la società svizzera Transocean, che ne è proprietaria, dovranno infatti affrontare almeno 26 azioni legali intentate contro di loro, con accuse che vanno dal disastro ai danni personali. Dal Texas alla Florida, sono a decine le società che hanno denunciato le due compagnie: cooperative di pescatori, enti di turismo marittimo e commerciale, titolari di impianti turistici che si affacciano sulle coste americane del Golfo del Messico. Secondo l'avvocato Keith Hall, un legale di New Orleans coinvolto a suo tempo in azioni giudiziarie in seguito al disastro della Exxon Valdez, la BP deve essere considerata la principale responsabile dei danni causati dalla fuga di petrolio. In base alla legge americana denominata 'Oil Pollution Act', infatti, il solo fatto che il petrolio fuoriuscito in mare sia di proprietà della BP basta a ritenerla responsabile delle conseguenze dell'incidente. Né il portavoce della BP negli Stati Uniti, né il portavoce della Transocean hanno voluto commentare le affermazioni del legale.
La BP (British Petroleum) è il quarto gruppo energetico al mondo. Ha chiuso il primo trimestre di quest'anno con un utile netto di 6,08 miliardi di dollari, E' la più grande società per azioni del Regno Unito. ed è uno dei sei supergruppi mondiali. La Transocean LTD è la più grande compagnia di trivellazioni off shore al mondo. A maggioranza svizzera, nasce dal gruppo americano Sonat Offshore Drilling, che aveva sede a Birmingham, in Alabama. Il gruppo nel 1996 acquistò la norvegese Transocean e ne adottò il nome.
Dà lavoro a 26.300 dipendenti, è proprietaria di una flotta di 136 vascelli navi imbarcazioni e ha la sua sede principale a Houston, in Texas. Nel dicembre del 2008 è stata incorporata alla elvetica Zug. Ha uffici in 20 Paesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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