Cultura e Spettacoli

Margherita Oggero sfoglia le stagioni del brivido

Da Cuore di Amicis a Diario di scuola di Pennac, dal Diario di Giamburrasca al ciclo di Harry Potter, il mondo degli studenti e dei professori ha sempre avuto un rapporto privilegiato con i lettori. E anche il noir ha dato ottimi frutti quando ha messo nel centro del mirino la scuola, come in Il seme della violenza di Evan Hunter (alias Ed McBain, alias Salvatore Lombino) o in I ragazzi del massacro di Giorgio Scerbanenco.
Da qualche anno c’è una «profia» tutta speciale che ha attirato l’attenzione dei media. È Camilla Baudino, la professoressa-detective inventata da Margherita Oggero, protagonista di romanzi di successo come La collega tatuata, Una piccola bestia ferita, L’amica americana e Qualcosa da tenere per sé. Romanzi in cui suspense e umorismo sono miscelati al punto giusto e che mostrano come la scuola torinese del giallo, dopo aver tenuto a battesimo le storie di Fruttero&Lucentini, Bruno Gambarotta e Piero Soria abbia trovato la sua «signora in giallo». Anche grazie alle interpretazioni del personaggio offerte da Luciana Littizzetto nel film Se devo essere sincera e da Veronica Pivetti nelle tre edizioni della serie Provaci ancora, Prof!, realizzate da Raiuno. «Hanno entrambe centrato il personaggio - commenta la Oggero -. La Littizzetto ne ha sottolineato il carattere sarcastico e tagliente, mentre la Pivetti ha fatto suo l’aspetto di comprensione materna. Ognuna delle due ha saputo reinventarla... Avrei preferito che l’ambientazione del serial tv fosse quella originale di Torino dove erano nate le mie storie, ma devo ammettere che la Roma scelta dalla produzione non è stata fotografata nei suoi aspetti più comuni, bensì in modo non consueto e questo ha reso anche le fiction televisive vicine allo spirito originario delle mie storie».
La Oggero ha pubblicato anche una raccolta di racconti, Il rosso attira lo sguardo (Mondadori) che scandisce piacevolmente «quattro stagioni di relazioni pericolose». «Questa volta - spiega - ho siglato quattro storie che corteggiano il giallo. Una morte sospetta, due rapine in banca, un blitz di banditi in una villa di ricconi, un furto di droga e uno di gioielli. Storie che hanno per protagoniste donne che non hanno ancora realizzato appieno se stesse e che, a causa dei crimini nei quali sono coinvolte come colpevoli o come vittime, cercano di chiarire a se stesse chi sono e che cosa vogliono essere. Ho scelto di non inserire in questi racconti la Baudino. Volevo per un po’ prendere le distanze dal suo personaggio. Non volevo essere ripetitiva, pur inserendo elementi nuovi di suspense nelle sue nuove avventure. Mi sono presa una vacanza, ma, come i miei lettori sapranno, l’assassino torna sempre sul luogo del delitto».
Allo scorso Festivaletteratura di Mantova, la prof. torinese si è misurata con maestri del thriller come Scott Turow, Maj Sjöwall, Gianrico Carofiglio e Carlo Lucarelli. Le abbiamo chiesto se in quei momenti si è sentita più allieva o insegnante. Sorridendo ci ha sussurrato: «Non credo di poter insegnare nulla a maestri del genere, ma mi sono seduta da brava allieva in mezzo agli spettatori e ho preso appunti cercando di rubare qualche segreto.

Nel giallo è lecito copiare i compiti, basta avere i compagni di banco giusti».

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