La Margherita sconfessa Montaldo

Paola Setti

Pareva una protesta su un caso isolato, è invece una rivolta sull’intera riorganizzazione della sanità.
Nel mirino ci sono l’assessore Claudio Montaldo e il presidente della Regione Claudio Burlando, entrambi Ds. Marciano uniti all’urlo di «dovrete passare sul nostro corpo» medici e Margherita. Sotto accusa l’ipotesi di istituire un sistema basato su primari «a scavalco» fra varie strutture, cioè primari che gestiscano più reparti contemporaneamente, ma è il nuovo corso in generale a causare violenti mal di pancia.
Nei giorni scorsi erano stati l’Anpo, organizzazione sindacale Primari, e il Collegio Primari della Asl 3 a giudicare «giuridicamente inappropriata» e «gravemente lesiva» la soluzione «a scavalco». Ieri è stata l’Anaao-Assomed a lanciare l’ultimatum: «Non verranno accettate imposizioni sulla categoria medica che non siano condivise». La protesta riguarda anche l’ipotesi di riorganizzazione interaziendale tra Villa Scassi e Asl 3 e, in generale, tutta la razionalizzazione in corso. L’Anaao-Assomed chiede un confronto in sede istituzionale con le organizzazioni sindacali, «soprattutto laddove si vada a discutere le modalità di lavoro che implichino ripercussioni sia sui medici sia sui pazienti». E accusa: «Attualmente non pare esservi sufficiente chiarezza in merito al processo organizzativo al quale riteniamo sia indispensabile un ruolo attivo del sindacato sia a livello regionale che aziendale, nel rispetto delle modalità di responsabilità previste dal contratto per la dirigenza medica, a garanzia di una ottimizzazione dei servizi sanitari e della salute dei cittadini».
Rincara Claudio Gustavino. Il capogruppo della Margherita in Regione va giù durissimo: «Il problema è che manca un quadro complessivo di riferimento, non c’è un progetto né il luogo per discuterne». I primari a scavalco sono solo un esempio: «È un sistema che non è più stato adottato dal 1990 per motivi giuridici, già condannato dall’Ordine dei medici, che denota la mancanza di un ragionamento di fondo: noi non possiamo decidere quale reparto aprire o chiudere in base alla presenza o all’assenza del primario. Noi dobbiamo avere chiaro di che cosa abbiamo bisogno in base ai numeri».
Quanto all’integrazione fra alcuni reparti di Villa Scassi e Asl 3, Montaldo ha già chiarito che la razionalizzazione s’ha da fare se aiuta a risparmiare e che non saranno le aspettative deluse di alcuni primari a fargli cambiare idea.
Ma Gustavino insiste: «Questo è un progetto da sempre caro ai Ds, assessore compreso, ma trova le resistenze di molti operatori, anche diessini.

Sulla riorganizzazione ci giochiamo un bel pezzo del nostro futuro, politico e sanitario, quindi bisogna parlarne. Non c’è invece un luogo per confrontarsi sul progetto e ho il forte sospetto che non ci sia neppure il progetto». Lo scontro è appena cominciato.

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