Mariani sfratta Faglia, a Monza tramonto rosso

Forza Italia primo partito Dal traffico al verde: gli elettori bocciano 5 anni di gestione «sinistra»

Mariani sfratta Faglia, a Monza tramonto rosso

Alla guida di Monza ritorna il centrodestra. Gli elettori sfrattano la sinistra e il loro sindaco, Michele Faglia. Kappao politico assestatogli da Marco Mariani, il neo sindaco, e da una coalizione unita e compatta che si è spesa in un confronto serrato, senza mai risparmiarsi. «Abbiamo lavorato bene. Siamo partiti in anticipo, la mia candidatura è stata presentata subito dopo Natale, e adesso raccogliamo il frutto di un impegno, quello di tutta la Cdl, che non si è risparmiata» afferma Mariani, che ha conquistato il 53,2 dei consensi rispetto al 41,9 (104 sezioni su 111, i dati dei partiti si riferiscono invece a 70 sezioni su 111) raccolto dall'ex sindaco. Voto di una città moderata che rimedia a quell'incidente di percorso avvenuto cinque anni fa e che reclamava il buon governo. Faglia ancora intontito della bastonata si limita a vagheggiare di «ritorno al fascismo», di «città che non ha compreso il lavoro della giunta per il sociale». E ammette: «È un colpo perché non mi aspettavo una differenza così consistente».
Ma il voto dei monzesi è invece quello di una città che non gradiva più il governo di Faglia and company: dalla viabilità al parco di Monza passando per quel Pgt, piano di governo del territorio, approvato nel cuore della notte e senza il supporto della minoranza. «I monzesi non sopportavano più un sindaco incapace di comprendere i loro bisogni. Un esempio? Con lo studio a cinquanta metri da casa, lui, l'ex sindaco, girava in bicicletta mentre i suoi cittadini impazzivano nel traffico, con le piste ciclabili imposte dal sindaco "rosso" anche se riducevano le carreggiate» racconta Mariani. Istantanea di un sindaco, Faglia, troppo simile ai contestatori di sinistra che negli anni Settanta giravano per Monza su costosissime moto e avevano casa a Portofino» aggiunge Mariani, «io li chiamavo quelli di Poteve Opevaio, con la erre moscia come quella di Gianni Agnelli».
A Monza, terza città della Lombardia, lo scontro è stato dunque tra due visioni del mondo, quella radical chic del sindaco rosso e quella del fare, del fare bene di un medico 54enne che, un minuto dopo la vittoria, pensava già al futuro della Provincia di Monza e Brianza, consapevole che la consultazione del 27 e 28 maggio è stato un test importante anche in previsione delle elezioni provinciali, che nel 2009 vedranno i monzesi e tutti gli elettori brianzoli chiamati per la prima volta alle urne a scegliere il presidente e il consiglio della «loro» nuova Provincia. Intanto, per Monza «inizia la svolta» osserva Massimo Ponzoni, assessore regionale, «con un voto che porta la Cdl alla guida della città e che è la vittoria dei cittadini che lavorano, che producono e che scelgono di farsi rappresentare da chi crede nello sviluppo e nel benessere di tutti».
Dichiarazione elettorale all'insegna dello spirito e dell'operosità e capacità di creare relazioni dei monzesi, «capacità di fare e di fare bene, che non viene dal nulla ma che ha radici profonde e reca il marchio di un passato e di un presente fatto di cose concrete» conclude Ponzoni.
Insieme a Mariani «vola» Forza Italia, primo partito con il 28,4 per cento dei voti, bene anche la Lega al 9,1. L’Ulivo conquista il 21,2 per cento, la lista di Faglia si ferma all’11,6.


La vittoria del centrodestra al primo turno fa tornare Monza ad essere un punto di riferimento che «parla di concretezza, come quella attuata dal sindaco di Milano Letizia Moratti», sindaco citato ad esempio da Mariani.

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