Mariano García Mendes

Come più volte accennato, i mesi di luglio ed agosto abbondano di martiri della guerra civile spagnola. Questo sacerdote è uno di essi. Era nato nel 1891 a San Esteban de los Patos, in zona di Avila. E proprio in Avila seguì gli studi in seminario fino all'ordinazione sacerdotale, avvenuta nel 1916. Gli fu assegnata la parrocchia di Hernansancho. Ogni tanto si recava a Madrid e qui conobbe un sacerdote dehoniano, superiore della comunità madrilena, che nel 1926 lo accolse nella congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, che gli spagnoli chiamavano "Padres Reparadores" (ma noi chiamamo Dehoniani dal nome del loro fondatore, il b. Léon Dehon). Preso il nome religioso di Juan María de la Cruz, visitò Roma e Lourdes, poi si stanziò nella casa religiosa di Puente La Reina, in Navarra. Venne il 1936. A febbraio il Fronte Popolare vinse le elezioni e il 13 luglio il deputato monarchico Calvo Sotelo venne assassinato. Il 18 il generale Franco proclamò l'"alzamiento" e fu la guerra civile. I preti cominciarono a scappare dove potevano, e anche il Nostro venne messo in salvo a Valencia in abiti da contadino. Doveva recarsi in casa di persone amiche per trovarvi rifugio ma per strada vide un gruppo di rivoluzionari che, avendo devastato una chiesa, si apprestavano a dare alle fiamme i paramenti e gli arredi sacri che avevano ammucchiato sul sagrato.

Non riuscì a trattenersi e cominciò a protestare. Naturalmente venne acciuffato e portato nel carcere cittadino, dove fu riconosciuto come sacerdote e rinchiuso insieme a parecchi colleghi. Dopo un mese venne fucilato.

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