Economia

Mariella Burani, per il rilancio la Borsa punta sulle cessioni

Il mercato sembra dare fiducia al rilancio di Mariella Burani e punta su alcune possibili cessioni. Il gruppo di moda frena: il piano di ristrutturazione di Mariella Burani - si legge in un comunicato ufficiale - non prevede «la vendita di asset strategici quali Antichi Pellettieri» o di marchi che fanno capo alla controllata. La smentita arriva a Borsa chiusa ma, mentre resta sospeso fino a nuovo ordine il titolo Mariella Burani Fashion Group (Mbfg), nella seduta di ieri Antichi Pellettieri balza vero l’alto del 18,83% a 0,85 euro. E si riporta più vicino ai valori di fine agosto, precedenti la mancata certificazione dei bilanci delle aziende di moda del gruppo emiliano, con relativa debacle a Piazza Affari.
Mentre proseguono i colloqui sul piano di rilancio, condotti dagli advisor Mediobanca e Kpmg, nei prossimi giorni potrebbe arrivare già un’agenda precisa degli appuntamenti. Insieme alle smentite, Mariella Burani conferma che tutte le questioni relative al piano «sono al momento oggetto di valutazione» e rimanda alla pronta convocazione del cda una volta che i dettagli saranno definiti. Ma già oggi, secondo alcune fonti, potrebbe tenersi il consiglio della Mbfg, chiamato a prendere una decisione sull’aumento di capitale della società, passaggio obbligato per far partire la ristrutturazione (Mbfg ha azzerato il capitale a seguito delle perdite dell’ultimo semestre e il patrimonio netto è ora negativo per 51 milioni).
Come già emerso il rilancio del gruppo di moda, su cui pesa un debito di poco inferiore ai 500 milioni, si dovrebbe snodare sostanzialmente su tre linee guida. L’aumento di capitale: i Burani sarebbero orientati a mettere mano al portafoglio per una cinquantina di milioni, ma l’operazione dovrebbe permettere l’entrata nell’azionariato di nuovi soci. Nelle scorse settimane si era parlato del fondo americano Gem (che in Italia controlla il marchio Ciesse Piumini), pronto a investire 55 milioni. Punto due la rinegoziazione del debito con le banche, che potrebbe essere riscadenzato a 10 anni. Infine l’aspetto più propriamente operativo: si starebbe trattando per individuare possibili partner industriali, fino a considerare un pacchetto di cessioni.
Sono state proprio le ultime ipotesi circolate su quest’ultimo punto ad alimentare il rialzo di ieri del titolo Antichi Pellettieri. Nonostante la smentita che poi è arrivata, nelle ore di contrattazione gli investitori hanno risposto con entusiasmo all’ipotesi che il gruppo di moda faccia cassa con la vendita di qualche «pezzo» pregiato, oppure ritenuto non più strategico. I nomi nel portafoglio della casa di moda non mancano, compresi quelli «di grido».

Al di là dei contratti di licenza recentemente realizzati o rinnovati dal gruppo, proprio in Antichi Pellettieri starebbero alcuni dei marchi più apprezzati in questa fase di mercato, pur sotto i colpi della crisi, come Mandarina Duck o, soprattutto, Coccinelle.

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