Marija di Belgorod

Oggi ricordiamo una delle «sante stolte» della chiesa russa. Marija Konstantinovna Šestjukova, nata nel 1740, era figlia di un povero cosacco dedito al vino. Anche Marija, rimasta vedova, si diede al bere. I suoi due figli finirono in affidamento; lei si mise a fare la guaritrice rurale. Un giorno, mentre cercava sui monti erbe per le sue pozioni, fu presa da profonda resipiscenza. Si recò a Kiev, dove vide la famosa Lavra Pecerskaja, il monastero scavato nella roccia da generazioni di monaci. Il suo confessore le consigliò di fare la stessa cosa a Belgorod. Fu così che Marija nel 1796 intraprese questa singolare forma penitenziale. Altri penitenti le si unirono ma nel 1800 il clero locale li denunciò come sospetti di superstizione. Lo zar, infatti, aveva emanato leggi severe contro le sette paganeggianti e il gruppo di Marija destava allarme in quanto costituito non da monaci, come a Kiev, ma da laici. Nel 1806 intervenne la polizia e Marija fu arrestata. Portata nella città di Ostrogozhsk, venne interrogata dal giudice ma questi non trovò estremi di reato nella sua condotta. Nel 1817 gli scavi erano giunti a tal punto da suscitare nuovo allarme. Lo zar Alessandro I chiese al governatore locale una relazione e, dal momento che quest’ultima risultò favorevole, diede il permesso di continuare; anzi, si offrì di finanziare la costruzione di una chiesa (cfr. Le sante stolte della Chiesa russa, a cura di Lucio Coco e Alex Sivak). Una basilica venne edificata all'interno degli scavi nel 1819. Marija morì ottantaduenne nel 1822 e fu sepolta dentro una delle sue grotte. www.

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