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Marina italo cinese da un miliardo

Un miliardo di euro. Questo il budget di un gigantesco progetto che fa capire quanto la Cina - sempre più votata al capitalismo - sia convinta che la portualità e la nautica in genere abbia un futuro.
L’idea si chiama «Baia Blu d’Oriente» che è anche il nome della società fondata da Lu Shan, un imprenditore cinese che risiede e lavora a La Spezia. Lu Shan ha coinvolto la società di progettazione Proship e Roberto Donà, docente alla Bocconi: il progetto sarà portato avanti da un fondo di private equity in fase di avvio. Shan, in altre parole, è riuscito a farsi cedere dal governo di Pechino un’area di 3,5 chilometri quadrati - metà terraferma e metà specchio acqueo entro una diga - nell’isola di Zhoushan, situata alla foce dello Yangtze, sulla costa sud-est della Cina: una zona considerata strategica per lo sviluppo economico dal governo cinese e quindi soggetta a molti vantaggi fiscali tra i quali la possibilità di diventare zona franca. Non bastasse si trova a soli 220 chilometri da Shanghai, la metropoli simbolo del boom economico cinese e dove si svolge il salone nautico più importante del Paese.
Le amicizie italiane hanno portato Lu Shan a siglare un accordo di cooperazione tra la Provincia, la Camera di Commercio e l’Autorità Portuale di La Spezia e l’amministrazione comunale di Zhousan e a incamerare già otto contratti per l’operazione da parte di nostre aziende dei settori più diversi. Ma soprattutto nella sua uscita all’ultimo Salone di Genova ha raccolto l’interesse da parte di Fipa Yachts, Azimut, Perini Navi, Viareggio Superyacht, Cerri: cantieri che fanno parte del gruppo di oltre 60 società tricolori e che hanno deciso di seguire il progetto.
«Il polo nautico avrà un marina da 1.200 ormeggi per yacht da 10 a 70 metri di lunghezza, un cantiere navale per il refitting e la manutenzione, uno yacht club avveniristico per design e servizi tra i più grandi dell’Asia - ha spiegato Lu Shan - mentre a terra offriremo un resort a 5 stelle e uno a 7 stelle, 365 ville di lusso con posto barca annesso, 1.200 appartamenti e un shopping centre con oltre 400 boutique, naturalmente all’insegna dell’italian lifestyle che in Cina ha un fascino straordinario».


Da segnalare anche l’approccio ecologico al mega-progetto: la diga del porto filtrerà la mitica acqua gialla dello Yangtze rendendola azzurra - se ne occuperà Termomeccanica - e altre aziende italiane che produrranno energia da maree, sole e impianti fotovoltaici. Una volta iniziati i lavori, «Baia Blu d’Oriente», dovrebbe diventare operativo in cinque anni.

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