Marina spegne Saviano: «Mai avuto paura di criticarlo»

Alla guerra si può anche andare controvoglia. Non tutti vivono la vita come una lotta continua e non tutti hanno una sete perenne di scontro. Capita così che, agli assalti frontali di Roberto Saviano, Marina Berlusconi risponda più per dovere di chiarezza che per effettiva intenzione di alzare il livello della tensione. Ma il risultato è identico: un nuovo capitolo in quello che è ormai diventato il duello più aspro nell’editoria italiana.
L’ennesima battaglia era iniziata domenica sera, quando Saviano - ospite da Fazio a Che tempo che fa - aveva attaccato Marina, la sua editrice: «Quando mi critica dimostra di essere mossa da paura politica, le manca il coraggio di dire chiaramente che non sopporta le mie parole». Una presa di posizione giunta senza un casus belli, a grande distanza dall’ultima polemica sulla laurea dedicata dallo scrittore alla Boccassini. «Saviano - replica la presidente della Mondadori - mi costringe a intervenire in una polemica stucchevole. Ma non posso tacere». E quando Marina risponde, in genere non le manda a dire.
«Di quale paura parla Saviano? - esordisce la primogenita del Cavaliere - Non ho mai avuto paura di esprimere le mie opinioni, anche estremamente critiche, nei confronti di Saviano e non solo». E in effetti quel «Saviano mi fa orrore» di certo non può essere tacciato di codardia. «Ma criticare - continua Marina - non vuol dire censurare e l’unica contraddizione che vedo è quella di Saviano: rivendica giustamente per sé la sacrosanta libertà di parola e di critica che pare però non riconoscere ad altri».
Insomma, l’autore di Gomorra ha avuto il clangore di armi che cercava e la schermaglia è assicurata pure stavolta. Anche in virtù della pretestuosità del suo attacco: «Continuare a voler confondere le mie opinioni personali con le scelte editoriali della Mondadori - spiega Marina - mi pare strumentale, provocatorio e decisamente ripetitivo». Già, perché non è la prima volta che Saviano si pone come oggetto di una campagna discriminatoria da parte della casa editrice di Segrate, senza però azzardarsi a lasciarla anche per la presenza di penali. D’altra parte, come precisa la figlia del premier, «Saviano può forse lamentare una censura o una minor attenzione?». No, non può. Ed è per questo che ogni volta fa differenza tra la proprietà e gli editor, illuminati ma - secondo lui - «a disagio».
Il discorso di Marina è chiaro. Da imprenditrice ed editrice «autenticamente liberale» si è impegnata e intende impegnarsi in futuro per pubblicare quanto Saviano scrive: «Le scelte di Mondadori rimangono libere e pluraliste, non “nonostante” la famiglia Berlusconi, ma “anche grazie” a noi». Da donna dotata di idee personali, nel cui novero rientra ad esempio quell’«orrore» per i peana di Saviano ai pm che indagano sul padre Silvio, non si rassegna però al silenzio: «Al diritto di esprimere ciò che penso non rinuncio. Se a Saviano non sta bene, è un problema suo».

Un problema parecchio sentito, dal momento che in serata, durante la presentazione del suo libro a Genova, lo scrittore replica sarcastico: «Parla da figlia di Berlusconi o da editore? Forse Marina è figlia il lunedì ed editore il martedì: a giorni alterni». Il veleno tra i due, invece, pare che proseguirà a corrente continua ancora per molto.

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