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Il marines Lozano: "La Sgrena ha mentito"

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New York - Fu Mario Lozano, il soldato americano che verrà processato in contumacia la prossima settimana in Italia per l'uccisione dello 007 Nicola Calipari, il primo a soccorrere la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, ferita il 5 marzo 2005 a un posto di blocco americano nei pressi dell'aeroporto di Bagdad, da dove avrebbe dovuto raggiungere l'Italia dopo la sua liberazione.

Lo spiega lo stesso Lozano in un'intervista a Time, che pubblica oggi l'articolo sul suo sito web. "La tirai fuori (dall'auto) e la adagiai sul retro del mio Humvee (il veicolo militare, ndr.), per portarla al Cash", il Combat Support Hospital, cioè il piccolo ospedale da campo, spiega il militare, che secondo il settimanale "è il pronipote di un immigrato italiano". Poi Lozano - che in queste ore sta rilasciando una serie di interviste ai media americani - aggiunge che mentre il veicolo militare si stava velocemente dirigendo verso l'ospedale, si mise in contatto via radio con i responsabili del check-point successivo, pronunciando la parola in codice, "Assassin 26", per farsi riconoscere.

Convinto di essere stato sentito dalla Sgrena, il militare aggiunge che "forse (la giornalista) credette davvero che eravamo degli assassini. Sembrava decisamente spaventata". Nell'intervista, Lozano ribadisce la tesi americana, secondo la quale le regole di ingaggio sono state rispettate, e lui non ha fatto assolutamente nulla di sbagliato. Anzi, in un'intervista alla Cbs, Lozano accusa la giornalista italiana di avere mentito affermando che i colpi vennero sparati senza preavviso. Interpellato dalla giornalista Laura Logan, Lozano ha risposto "non è vero" quando gli è stato chiesto se, come dice l'accusa in Italia, non fossero stati accesi i potenti fari del posto di blocco per segnalarne la presenza.

Subito dopo, il militare del 69mo reggimento di fanteria della Guardia Nazionale ha risposto allo stesso modo, "non è vero", alla domanda se corrisponde a verità il fatto che non fossero stati sparati colpi di arma da fuoco per aria prima di mirare all'auto, che secondo lui non ha rallentato in vicinanza del posto di blocco. Infine Lozano ha detto: "È una menzogna" quando la giornalista gli ha chiesto se è vero, come ha affermato la Sgrena, che avesse sparato decine di colpi contro l'automobile. "Non è vero, perchè avrei dovuto ricaricare l'arma", ha precisato il militare.

Nell'intervista, Lozano racconta ancora una volta che gli capita di avere "incubi ogni notte", e di aver pensato alle sue figlie prima di sparare, per "evitare che crescano senza un padre".

Il militare conclude l'intervista affermando: "Non ho fatto nulla di male, nulla di sbagliato", spiegando però che non avrebbe il coraggio di guardare i familiari di Calipari negli occhi. "È una cosa troppo difficile, ma ciò non significa che io abbia fatto qualcosa di sbagliato".

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