Roma - Marini, a metà del secondo giorno di consultazioni, mostra ottimismo. A sorpresa. Si presenta davanti ai giornalisti e dichiara: "Un piccolo margine c'è ancora e io voglio vedere fino in fondo. E - fa nomi e cognomi il presidente del Senato - penso a un partito popolare come Forza Italia. Le regole vanno cambiate insieme, in questo modo potremmo migliorare i rapporti tra le forze politiche. Anche per avere una campagna elettorale più costruttiva, per mutare in senso positivo un clima: è quello che vuole il Paese. Decidere insieme sui problemi di interesse comune". Quindi sui tempi: "Andiamo avanti nel nostro lavoro che non sarà lungo: lo concluderemo all’inizio della prossima settimana, lunedì è il giorno decisivo. Non ci sono né scorciatoie, né sotterfugi, né furbizie".
La replica di Forza Italia "È singolare questo tentativo di rovesciamento di responsabilità delle parti in causa". Il vicecoordinatore FI Fabrizio Cicchitto lo afferma nella nota in cui osserva: "Che in una situazione di questo tipo, così deteriorata per responsabilità del centrosinistra, sia tirata in ballo Forza Italia, che per di più proprio all’inizio della legislatura aveva avanzato una proposta positiva, è un artificio polemico che non possiamo accettare nel modo più assoluto, vista l’incontrovertibile ricostruzione di come sono andati i fatti".
Le forze sociali Per Marini è doveroso "ascoltare" i rappresentanti delle forze sociali che incontrerà domani a Palazzo Giustiniani: "Danno il senso di una realtà del paese". Marini sottolinea che le "forze sociali e dell’economia hanno chiesto esplicitamente di poter dire la loro. È la prima volta - sottolinea - che nove organizzazioni dell’economia italiana di tutti i settori chiedono di poter venire a dire la loro, anche se poi decide il Parlamento, sulle ragioni per cui questa modifica della legge elettorale va fatta. Non era mai capitato. Oggi vogliono dire la loro. È doveroso ascoltarli perché danno il senso di una realtà del Paese". A chi sostiene che consultare le forze sociali sia una "anomalia", Marini risponde: "Tutti quelli che hanno avuto l’incarico le hanno sentite". E, a tal proposito, cita il precedente (il 6 giugno 1989, l’allora presidente del Senato Giovanni Spadolini) quando sono stati ricevuti i sindacati. "Io non potevo non rendere omaggio ad un così illustre precedente. Domani saranno incontri molto importanti".
Il no dell'Udc Marini prosegue le consultazioni alla ricerca di un consenso per il governo della riforma elettorale. Impresa non facile per il presidente incaricato, che stamani - come previsto - ha dovuto registrare il no dell’Udc. I neocentristi di Casini pur favorevoli ad un sistema elettorale alla tedesca sono disposti a dire sì al governo solo se c’è anche Forza Italia. Per questo Marini punta a convincere Berlusconi mettendo sul piatto possibili modifiche alla legge elettorale, partendo dall’ultima bozza Bianco. Una missione precisa, che punta a un esecutivo strettamente legato ad una riforma del voto pre-concordata e da approvare in tempi brevi.
Casini: "Niente governo con la sinistra" L’Udc conferma il suo consenso sulla legge elettorale alla tedesca, ma non è disponibile in alcuna forma a sostenere un governo con forze del centrosinistra": lo dice il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini al termine dell’incontro con Marini. "I trasformismi - conclude - sono il cancro della democrazia italiana". "Le modalità con cui il presidente Marini sta portando avanti le consultazioni contribuiscono a svelenire il clima politico. Siamo costruttori di pace - ha aggiunto Casini - se non è per l’oggi sarà per il domani". Alla domanda se l’Udc sarebbe disposto a discutere di una legge elettorale con un governo che possa contare sulla maggioranza con uno scarto di due o tre voti, Casini risponde "non mi sembra che questo figuri nel novero delle possibilità che persegue il presidente incaricato". Casini svela: "L'accordo è una missione impossibile, lo stesso Marini ne è consapevole". Poi sugli scenari: "Prodi starà in carica per il disbrigo degli affari correnti sono convinto che sarà sereno, sarà serio, per cui credo che sia la cosa più logica che rimanga Prodi".
Fini insiste: "Al voto subito" La linea di Gianfranco Fini non cambia: "Per gli italiani serve solo la possibilità di tornare al voto". Al termine di un incontro nella sede di An con i vertici del comitato promotore per il referendum, Fini ha ricordato come "An abbia avuto un ruolo nella raccolta delle firme". "Noi non neghiamo la necessità di continuare un impegno a difesa del bipolarismo, per le riforme istituzionali, o per una legge elettorale che sia garanzia dell’alternanza, ma questo accadrà nella prossima legislatura - ha concluso Fini - agli italiani serve soltanto la possibilità di tornare al voto".
Veltroni: "Grande coalizione" "In queste ore il centrodestra propone di andare a votare e poi di fare una grande coalizione, perché non la facciamo ora con un governo guidato da Marini che scrive le regole del gioco?". Il segretario del Pd, Walter Veltroni, parlando all’assemblea provinciale del partito, si rivolge così alle forze politiche del centrodestra, proponendo di realizzare un’intesa prima delle elezioni. "Se andiamo alle politiche - osserva - saremo separati e conflittuali" e quindi sarebbe più difficile trovare un’intesa sulle riforme "avrebbe senso fare l’intesa adesso".
Pecoraro: "Sì a Marini per cambiare legge elettorale" "I Verdi assicurano il sostegno all’azione del presidente Marini e confidano nella sua capacità di trovare una soluzione di modifica di una legge elettorale dichiarata incostituzionale anche dalla Corte nella recente decisione che riguarda anche il referendum". Lo ha detto il leader dei verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, al termine dell’incontro con il presidente del senato Marini.
Diliberto: "Contrari a maggioranze allargate" "Abbiamo ribadito a Marini che per coerenza politica il Pdci appoggerebbe un governo se esso fosse in continuità del precedente, e cioè, un governo di centrosinistra con una maggioranza di centrosinistra" fa sapere il leader del Pdci Diliberto. "Se il governo fosse sostenuto da una maggioranza diversa, e dunque anche da pezzi delle destre, si snaturerebbe la nostra coalizione e dunque saremmo in presenza di un tradimento del mandato degli elettori del 2006. Un tradimento a cui saremmo contrari".
Chiti: "Se funziona il filo diretto Marini-Letta..." "Se Marini dovesse fallire, si aprirebbe la fase elettorale. Non credo alla possibilità di altri incarichi". Lo afferma il ministro dimissionario per le Riforme, Vannino Chiti, al termine del Consiglio dei Ministri. Alla domanda su quali siano le possibilità di successo per Marini, Chiti risponde: "Ha ragione Marini: si tratta di un impegno gravoso ma non impossibile". Si parla di un filo diretto fra Marini e Gianni Letta... "Se questo filo funziona - risponde Chiti - sarebbe molto, molto importante". Lo stesso Gianni Letta, avvicinato mentre lasciava Palazzo Chigi, risponde così ai cronisti che gli chiedono se le voci di un dialogo con il presidente del Senato Franco Marini corrispondano alla verità: "Siamo vecchi amici. È ovvio che ci si senta".
Soro: "Senza accordo con la Cdl si va al voto" "Il presidente della Repubblica ha dato al presidente incaricato una spinta fortissima, facendo appello alla responsabilità nazionale, con l’obiettivo esplicito e irrinunciabile di favorire una legge elettorale largamente condivisa. È evidente che questo obiettivo non è perseguibile senza la partecipazione dei partiti del centrodestra".
Bertinotti: "Vedo difficile un accordo" "Noi avremmo bisogno di riforme istituzionali, una vera operazione, ma la legge elettorale può essere un anticipo significativo che può eliminare i vizi della seconda Repubblica come quello della maggioranze coatte". Lo ha detto Fausto Bertinotti intervenendo telefonicamente a Panorama del giorno su Canale 5. Il presidente della Camera ha confermato le sue impressioni sul tentativo di formare un nuovo governo affidato a Franco Marini: "La vedo difficile, ma la politica deve essere in grado di tentare cose difficili nell’interesse del paese".
Di Pietro: "Niente transfughi" Un governo che abbia l’obiettivo, come ha chiesto lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di cambiare la legge elettorale "non lo si può fare basandosi su qualche transfuga di ritorno o di acquisto ma confidando su una condivisione di responsabilità fra forze politiche di maggioranza o di opposizione". Lo ha detto il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, al termine dell’incontro con il presidente Marini.
Giordano: "Al voto prima dell'estate" "Abbiamo manifestato a Marini l’urgenza di creare un governo in tempi brevi, garantendo le elezioni prima dell’estate". Così il segretario del Prc Franco Giordano al termine del suo incontro con il presidente del Senato.
"C’era uno studio praticabile a partire dalla seconda bozza Bianco che era punto di riferimento anche per l’opposizione. Con la buona volontà di tutti saremmo in grado di prospettare una legge elettorale che non riproponga gli stessi problemi degli ultimi tempi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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