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Marini: "Ho rimesso l'incarico Non c'è una maggioranza" Berlusconi e Fini: ora al voto

Fini a Palazzo Giustiniani: "Subito al voto". Berlusconi: "Serve un esecutivo con legittimazione popolare" e sul patto elettorale con Veltroni: "Progetto irrealizzabile, un'utopia, ma noi restiamo aperti al dialogo". Veltroni: "Intesa per le riforme o è un'occasione sprecata". Domani il cdm fissa la data del referendum. Il diario della crisi. Voto anticipato forse il 13 aprile: le regole

Marini: "Ho rimesso l'incarico 
Non c'è una maggioranza" 
Berlusconi e Fini: ora al voto

Roma - Marini getta la spugna. Il presidente del Senato, dopo cinque giorni, fa il punto davanti al presidente della Repubblica. "E' diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale. Ma non ho riscontrato una maggioranza su una precisa legge elettorale - dice Marini ai giornalisti dopo l'incontro con il Capo dello Stato -. Mi rammarico per non aver raggiunto l'obiettivo che ritengo prioritario. Per questo rimetto l'incarico".

Dopo le consultazioni Le consultazioni si sono chiuse con i tre partiti maggiori. Ha tenuto banco a lungo la tentazione del Cavaliere: un accordo di 15 punti con Veltroni e il Pd per un esecutivo di larghe intese. Alle 17,30 il presidente del Senato va in sala stampa a Palazzo Giustiniano e spiega: "Ho chiesto poco fa al presidente della Repubblica di poter riferire sull’incarico che mi è stato affidato in serata perché resto convinto che quella indicazione dei tempi stretti che è il documento del presidente della Repubblica con il quale mi ha affidato l’incarico sia esigenza vera, un’esigenza per il paese, per gli italiani, di vedere di poter concludere nei tempi più stretti possibili questa procedura".

Bettini: "Patto? Non esiste" "Non esiste". È la secca risposta di Goffredo Bettini, coordinatore del Pd, che lasciando la riunione dei vertici del partito in corso al loft viene fermato dai cronisti che gli chiedono un commento sull’ipotesi di un accordo tra Forza Italia e Partito democratico.

Prodi: "No ai giochini" "Le parole di Berlusconi sono finora nettamente diverse da quello che dice Il Giornale. Non ricominciamo con i giochi, basta che emergano posizioni chiare poi si può essere critici in un senso o nell’altro". Così il premier dimissionario Romano Prodi commenta il retroscena svelato da Mario Giordano.

Fini: "Non ci sono le condizioni" Il leader di An Gianfranco Fini è arrivato a Palazzo Giustiniani per incontrare il presidente del Senato Marini nel quarto giorno di consultazioni per la crisi di governo. "Non esistono le condizioni per trovare una maggioranza che scriva una nuova legge elettorale. Per questo abbiamo chiesto a Marini di andare subito alle urne. E' impossibile trovare i numeri in parlamento per stilare un programma di governo. Abbiamo invitato Marini a prendere atto dell’impossibilità di dar corso positivamente al mandato ricevuto e riferire al Capo dello Stato". Marini, subito dopo, incontrerà il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e poi il segretario del Pd Walter Veltroni.

Berlusconi, niente sorprese "La cosa migliore sia dare un governo al Paese legittimato dal voto popolare. Abbiamo confermato la disponibilità al dialogo con le persone di buonsenso dell'altra parte. E' un sentimento che anche dopo le elezioni potrà trovare conferma. La legge elettorale? Nelle passate elezioni ha dato un buon risultato. Nessuna legge avrebeb potuto dare governabilità sicura a una parte che ha perso con 250mila voti la battaglia al Senato. Inoltre lascia libertà agli schieramenti: oggi la distanza tra i due schieramenti va dai 10 ai 16 punti, si possono fare allenza con chi si vuole". Il Cavaliere indica anche i tempi: "Speriamo Napolitano indica le elezioni subito dopo le consultazioni, il Paese ne ha bisogno. Il voto non sarebbe né un salto nel buio né una tragedia". Berlusconi commenta anche le indiscrezioni sul patto elettorale con il Pd: "Noi non abbiamo mai voluto delegittimare l'altra parte, non come qualcuno ha fatto con noi. E' un'ipotesi non realistica, è un'utopia. Io sono sempre aperto al dialogo: pronto a trovare posizioni comuni con le persone di buon senso. In questo senso - aggiunge - sarebbe un'ipotesi praticabile dare la presidenza di una Camera all'opposizione". Il leader di Fi boccia così un'ipotesi di esecutivo per il referendum: "Sarebbe un'inutile, incomprensibile e dannosa perdita di tempo".

Veltroni Il leader del Pd parte dalle regole: "La frammentazione italiana non ha pari in Europa. L'Italia che lavora e che produce, rappresentata dalle associazioni, invece delle elezioni, dalle quali è alto il rischio che si esca con una situazione di incertezza, preferirebbe avere una nuova legge elettorale che consenta ai governi di governare per cinque anni in serenità e stabilità". Veltroni ribadisce le sue proposte: "In tre mesi si può riformare la legge elettorale, intervenire su salari e produttività perché il governo Prodi ha trovato le risorse per sostenere le famiglie e la crescita del Paese, le riforme della politica". Il sindaco di Roma mette l'accento sui tempi: "Basterebbero tre mesi, non tre anni: per sedersi insieme a riscrivere le regole comuni. Da quello che ho sentito questa sembra l'ennesima occasione perduta per la politica del nostro Paese". Veltroni conferma che "il Pd si presenterà da solo alle elezioni, ma io spero che si siano ancora dei margini per le riforme". Sul patto elettorale con Forza Italia il commento è lapidario: "E' difficile poter sostenere qualcosa di simile se ora ci si nega anche solo per tre mesi per stabilire regole comuni".

"Non è difficile registrare il fatto che parte delle forze politiche a cui abbiamo rivolto l’appello all’assunzione di responsabilità, ha risposto di no". Così il segretario del Pd delinea il quadro che si è manifestato al termine delle consultazioni di Marini.

Ora, spiega Veltroni, "ci dobbiamo affidare all’esito delle consultazioni che Marini riferirà al presidente della Repubblica", il quale "assumerà decisioni conseguenti".

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