Mario Scaccia duetta con Cechov

Il vero volto di Mario Scaccia viene indagato e rivelato nello spettacolo «Il canto del cigno» che, liberamente tratto da Cechov, Giorgio Serafini Prosperi ha scritto per il grande attore. Sul palco del teatro La Cometa da questa sera (e fino al 5 febbraio) andrà in scena una sorta di viaggio attraverso la vita artistica e personale di Scaccia, che firma anche la regia dello spettacolo. Con sentimento e ironia l’attore confida al pubblico ricordi, aneddoti, riflessioni, e recita brani tratti dai suoi cavalli di battaglia, mettendo a nudo la grande contraddizione della sua vita, quell’amore per il teatro che allo stesso tempo costituisce un’immensa forza e una profonda debolezza.
In scena, il percorso professionale e a tratti privato dell’interprete e dell’uomo: lo spettacolo racconta l’incredibile avventura di un celebre e non più tanto giovane attore, rimasto per errore chiuso in un teatro di provincia dopo una sua rappresentazione. Stanco, spaventato e ormai rassegnato a passare la notte in platea scopre di non essere solo: nascosto fra le file di poltrone trova rifugio per problemi economici un suo collega (Edoardo Sala), che in tanti spettacoli l’ha seguito. Ed ecco allora che come d’incanto il buio palcoscenico s'illumina sui personaggi di Molière e Petrolini, e anche su Shakespeare, Beckett e Durrenmatt; poi, riecheggiano versi poetici di Leopardi, Quasimodo e Trilussa.

Tra finzione e realtà, si svolge così il racconto di una vita: improvvisamente, appare una figura danzante, (l’étoile dell’Opera Laura Comi), che in un assolo coreografico di Milena Zullo, rappresenta l’anima dell’attore, la sua sensibilità artistica.

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