Pietro Vernizzi
Le sue opere sono passate attraverso due processi e liti furibonde tra le amanti e i discendenti del pittore. E tuttora a 45 anni dalla morte di Mario Sironi (Sassari, 1885-Milano, 1961) continuano a comparire confuse con numerosi falsi, spesso autenticati dalle persone che più gli erano vicine. Anche per fare chiarezza in tale situazione è nata lunedì a Milano la prima Associazione per il patrocinio e la promozione della figura e l'opera di Mario Sironi. A presiederla è Claudia Gian Ferrari, storica dell'arte, mentre il vicepresidente è Andrea Sironi, nipote e unico discendente delle due famiglie dell'artista, che tra il 1967 e il 1972 si contesero la sua eredità davanti a un tribunale. «Da una parte - ricorda Gian Ferrari - c'era la moglie Matilde, da cui il pittore aveva avuto due figlie, Agale, madre di Andrea Sironi, e una seconda suicidatasi in giovane età. Dall'altra l'amante Mimì Costa, con cui l'artista convisse dal 1932 in avanti e che nominò suo unico erede». A distanza di pochi mesi seguì un secondo processo, durante il quale a sedere sul banco degli imputati furono 200 opere attribuite a Mario Sironi. «Un importante critico d'arte - ricorda il nipote dell'artista - diceva che per fare chiarezza sulle opere di mio nonno si sarebbe dovuto bruciarne le vedove, le amanti e i nipoti. Per ovvi motivi non sono d'accordo, ma i suoi quadri si sono mescolati a numerosi falsi a causa della travagliata vicenda delle autenticazioni. Nel 1973 al suo segretario personale, Willy Macchiati, furono sequestrate 200 opere, autenticate conoscendone la falsità». Il processo si concluse nel 1986 con la condanna di Macchiati. Ancora oggi molti dei falsi compaiono sui cataloghi o sono ospitati nelle mostre dedicate al pittore. «È proprio per questo - spiega Gian Ferrari - che abbiamo deciso di far nascere l'associazione. Vogliamo mettere un punto fermo dal punto di vista scientifico e operativo, facendo chiarezza nel corpus sironiano grazie a studi, mostre e altre iniziative». «Vogliamo costituire un riferimento per il pubblico - aggiunge il nipote dell'artista -. Diverse persone che conoscevano direttamente mio nonno hanno ancora in casa diverse sue opere senza avere mai sentito la necessità di autenticarle. Ma questo bisogno diventa quasi un'ossessione nel momento in cui i quadri passano ai loro discendenti. Proprio per questo le autentiche saranno fatte di persona da me e Claudia». Ma l'associazione avrà anche il compito di raccogliere e archiviare la produzione del pittore, ampliando l'archivio dei suoi promotori, che conta già diverse decine di migliaia di opere.
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