Mariuoli globalizzati Così la Fifa indaga su Nigeria-Argentina

Certe cattive abitudini pare non conoscano confini e siano ormai sdoganate come figlie più o meno legittime della globalizzazione. Così non c'è da sorprendersi se la Fifa abbia aperto ufficialmente un'inchiesta sull'amichevole di mercoledì scorso ad Abuja tra Nigeria e Argentina. Il 4 a 1 con il quale gli africani hanno liquidato la formazione di Messi viene giudicato molto sospetto, non tanto per i valori in campo ma per il punteggio ben quotato alla vigilia dai siti specializzati in scommesse. Un risultato partorito a tavolino? A Zurigo vogliono vederci chiaro e come prima mossa hanno convocato d'urgenza in Svizzera i due tecnici Samson Siasia e Sergio Batista.
Ad insospettire i vertici del calcio mondiale il gol dell'argentino Mauro Boselli, attaccante del Genoa. Uno specializzato (vedi il derby con la Sampdoria) a gonfiare la rete sfidando il cronometro, anche se ad Abuja la sua conclusione vincente su rigore è arrivata dopo ben otto minuti di recupero. Troppi per un'amichevole. Così come troppo magnanimo è apparso nelle sue decisioni l'arbitro. Ibrahim Chaibu fa parte della categoria dei soliti noti: è stato il direttore di gara di Bahrain-Togo dello scorso 13 settembre, quando a Manama si presentò una finta selezione africana, con tanto di sosia di Adebayor. Evidentemente il fischietto originario del Niger deve essere dotato di una sorta di magnete per le partite truccate, ma questa volta la radiazione potrebbe arrivargli tra capo e collo. La Fifa sembra avere molti elementi per ritenere Nigeria-Argentina una farsa spalmata su novanta minuti: «Da un lato è vero che i sudamericani hanno schierato una formazione sperimentale, ma l'interesse degli scommettitori si è manifestato fin dal principio anomalo. Il 4 a 1 veniva dato addirittura a 30. Alcuni siti hanno sospeso le scommesse per eccesso di rialzo mentre le due squadre erano ancora in campo».
Un malcostume dilagante che in questi giorni ha travolto il pallone italiano, ma che in certi paesi è ormai una pratica che si consuma alla luce del sole.

Negli Stati Uniti si scommette su falli e ostruzionismo dei difensori, in Brasile sul colore della maglia della squadra ospite, in Cina sui cartellini gialli e negli Emirati Arabi sulle giornate totalizzate dagli allenatori prima dell'esonero. In palio una vera e propria pioggia di denaro. Una fortuna che ingolosisce tutti, soprattutto chi ha la possibilità in tempo reale di falsare lo svolgimento dell'evento sportivo.

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