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Maroni: "Task force contro il calcio scommesse"

Il ministro dell'Interno: "Ho dato mandato al Capo della Polizia di costituire una task force investigativa sul fenomeno per stanare chi altera la regolarità delle gare. Manganelli è già partito"

Maroni: "Task force contro il calcio scommesse"

Milano - "Ho dato mandato al Capo della Polizia di costituire una task force investigativa sul fenomeno per stanare chi altera la regolarità delle gare. Manganelli è già partito". Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, in una intervista alla Gazzetta dello Sport, assicura l’impegno massimo del Governo per contrastare il fenomeno del calcioscommesse dopo l’inchiesta Last Bet della Procura di Cremona.

Verifica sul coinvolgimento delle mafie "Ho deciso di prendere delle inziative, perché la violazione delle norme penali investe anche il campo della sicurezza - dice Maroni -. Ho chiesto ai servizi speciali delle forze di polizia (Sco, Ros e Gico) una relazione sul coinvolgimento delle mafie nel settore del calcio truccato e del calcio scommesse. Vogliamo individuare le migliori forme di prevenzione e repressione delle scommesse clandestine nel calcio. L’appello della Figc non solo lo raccolgo, ma lo sollecito. Solo lavorando insieme troveremo una soluzione. Provo grande sconforto, come tutti gli sportivi. Per me Signori e Doni sono bandiere. Continua a sperare che siano estranei, altrimenti sarebbe una delusione enorme".

Si rischia crollo entrate erariali Dopo lo scandalo del calcio scommesse, il 2011 potrebbe assumere i contorni del ’crollò per quanto riguarda il mercato italiano del betting. Già nei primi 5 mesi di quest’anno - informa Agicos - gli italiani hanno dimostrato meno attenzione per il settore delle scommesse, giocando circa 1.960 milioni contro i 2.020 milioni puntati nello stesso periodo del 2010. Il calo del 3%, di cui ovviamente risentirà anche l’Erario, è dovuto alla concorrenza dei nuovi giochi ma anche al mancato aggiornamento del palinsesto italiano. In pratica l’ufficio scommesse dei Monopoli di Stato non è al momento in grado di contrastare la più ampia offerta dei bookmaker illegali (in un week-end sugli operatori esteri di gioco si trovano circa il doppio degli eventi sui quali è possibile scommettere in Italia). A questo va aggiunta la mancata partenza del betting exchange, in pratica la scommessa tra gli utenti, modalità di gioco che va forte all’estero e che in Italia, seppur prevista nel decreto Abruzzo, è rimasta finora nel cassetto.

Se dovesse proseguire su questo trend, mancando anche il supporto dei Mondiali che ci furono lo scorso anno, i mancati incassi del settore scommesse potrebbero costare all’Erario oltre 10 milioni di euro di entrate in meno.

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