Cronache

Maroni vuole "esportare" il modello Lombardia

Da Benevento il governatore lombardo apre al dialogo con le Regioni d'Italia: "Dialogo e concretezza, basta chiacchiere, occorre cogliere le opportunità"

Maroni vuole "esportare" il modello Lombardia

“Noi mettiamo a disposizione il modello Lombardia, sono a disposizione di chiunque”. Il governatore lombardo Roberto Maroni da Benevento lancia la riflessione sull’efficienza della pubblica amministrazione, sui rapporti tra enti centrali e Regioni e sul dibattito europeo.

Maroni, intervenuto all’incontro “Nord-Sud, un nuovo patto un altro racconto” organizzato a Benevento dall’ex sottosegretario Pasquale Viespoli, ha spiegato: “Noi mettiamo a disposizione il modello di gestione della Lombardia a chiunque, sarà questo il nostro modo di metterci a disposizione per l’Italia. Noi non siamo degli Einstein, il nostro è un metodo di dialogo con tutti, a prescindere dai partiti e dalle appartenenze politiche, finalizzato all’obiettivo di lavorare per i cittadini, a fornire standard per i servizi sempre più elevati a costi contenuti".

Poi Maroni ha detto: “La voglia di autonomia al Nord non è per capriccio ma per equità. La Lombardia perde un miliardo di euro a settimana nel rapporto fra tasse e servizi resi al cittadino. E noi, allo stato attuale, non possiamo farci nulla. Se io riuscissi a recuperare anche solo una parte di tutti questi soldi, riuscirei ad abbassare le tasse a chi fa impresa e vuole fare sviluppo, potrei eliminare il bollo auto, potrei fornire servizi gratuiti. È normale, dunque, che i cittadini mi chiedano di seguire questa lotta”.

Quindi ha aggiunto: “Tempo fa ho fatto arrabbiare tutti per le nomine della sanità. Non ci interessano le tessere o le idee politiche. Se un primario della Lega lavorasse male, sarebbe un vero problema. Perciò abbiamo nominato una commissione indipendente che ha selezionato i candidati sull’unica base condivisibile: quella del merito. Per il resto, non ci interessa nulla – ha chiosato Maroni con una battuta -, se lavora bene, un dirigente per me può essere anche interista”.

Una riflessione anche sull’Europa: “Mentre qui ci fermiamo ancora a discutere e ad analizzare, altrove fanno. Qui dobbiamo ancora decidere che cosa rappresenterà per noi la Brexit. Io invece dico che a Londra c’è l’importante agenzia europea del farmaco che, adesso, dovrà traslocare. E ho proposto la candidatura di Milano e, come sede provvisoria, la sede del consiglio regionale della Lombardia. Se per un po’ i consiglieri dovranno riunirsi altrove, magari alle Case Bianche, non sarà un problema. C’è andato il papa, perché noi no? Il punto sta nel cogliere le opportunità che ci arrivano dall'Europa”.

A introdurre il dibattito, l’ex sottosegretario Viespoli che ha insistito sulla crisi del modello di unità nazionale e ha richiamato alla responsabilità il Mezzogiorno: “Basta con il Sud piagnone e assistenzialista, le parole chiave debbono essere quelle dell’autonomia, della responsabilità e dell’unità nazionale, che oggi nella sostanza non esiste più. Nella declinazione di questi temi nella vita quotidiana dei cittadini – dai servizi essenziali fino alle possibilità effettive – c’è la strada per accompagnare uno sviluppo serio e coerente del Mezzogiorno.

Ma prima bisognerà sconfiggere quel fastidio a parlare di Sud che, neglli ultimi tempi, sta attecchendo nel dibattito pubblico, specialmente da parte degli stessi meridionali”.

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