da Milano
Mai incontrarli: confonderebbero le idee. Il cantante Adam Levine (28 anni) sembra arrivare da Wall Street, giacca blu, capello perfetto, modi furbetti, ha laria di uno studente di Yale che non sgarra un esame. Jesse Carmichael, pure lui 28enne, ha i capelli biondi e lunghi raccolti dietro la nuca, la barba sfatta, gli occhi liquidi e potrebbe tranquillamente essere un facchino di Crosby Stills Nash & Young, sapete, quel gruppo che negli anni 70 mescolava country, droghe e utopie.
Invece, se ascoltati su cd, Adam Levine e Jesse Carmichael rendono perfettamente lidea: sono le due facce, quella rock e quella dandy, dei Maroon 5, il gruppo dalle uova doro che dopodomani pubblica in Italia il secondo cd It wont be soon before long e prova a ripetere quello che qualche anno fa combinò il loro debutto Songs about Jane: un trionfo commerciale, dieci milioni di copie vendute in 35 nazioni, due Grammy Awards, concerti con Rolling Stones e Stevie Wonder, legioni di tifose schierate con il poster pronto e il telefonino in mano. «Il rapporto con la gente è il lato più entusiasmante di questo lavoro», dicono adesso dopo che hanno provato quello meno divertente: «Preparare questo cd è stata la fatica più grande della mia vita», dice Levine. Che poi impiega appena un minuto a spiegare il perché: «Da una parte cerano le pressioni della casa discografica, che stress! E dallaltra i nostri litigi allinterno del gruppo: a un certo punto ci siamo davvero odiati lun laltro perché non eravamo daccordo su nulla, nemmeno su di una nota. Ci ha salvato solo la passione». Comunque sia, il risultato è stato un record. Il singolo Makes me wonder, che non a caso significa «fammi stupire», ha fatto il salto in alto meglio riuscito della discografia americana: la prima settimana ha debuttato in classifica al 64° posto, la seconda è arrivato al primo, roba che neppure ai Beatles o a Elvis.
«Il nostro primo cd - spiega Levine austero come fosse a una riunione del consiglio damministrazione - era molto frammentato e confuso, questo no, ha unidea nitida e perfetta di quello che siamo». Riassumendo: in Makes me wonder sono paraculi, in A little of your time sono festaioli, in If I never see your face sono sensuali e in Wont go home without you pagano pegno a uno dei gruppi preferiti: i Police. Più che pegno, è proprio un omaggio. «Suoneremo con loro a Miami, ma, se ci invitassero, li seguiremmo dappertutto». Potenza dei modelli.
Daltronde, non fosse per gli U2, dei Maroon 5 neppure lombra. Dice Adam Levine, per una volta meno businessman del solito: «Senza di loro avrei fatto un altro mestiere. Da ventanni The Joshua Tree è il mio album preferito, Bono non ha mai più avuto una voce così bella. Mi piaceva così tanto che prima ho imparato a memoria il primo lato dellellepì e poi mi sono concentrato sul secondo, anzi, solo dopo ho realizzato che cera perché proprio non ci avevo fatto caso. La vita daltronde è fatta di scoperte».
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