di Ferruccio Repetti
«Ora do i numeri» fa lei, Marta Vincenzi, sindaco di Genova, città appena declassificata al 37° posto in Italia per qualità della vita. E il bello è che nessuno dei presenti davanti a lei si stupisce, fa una piega o mostra di reagire: come se lammissione della signora che governa in Comune fosse incontestabile. Solo Andrea Ranieri, lassessore vacante anche quando cè, dà segni di sofferenza, sbadiglia senza avere neanche la forza di portare la mano davanti alla bocca; poi decide che il tempo è trascorso e lascia la compagnia. Che è formata da alcuni suoi colleghi: il vicesindaco Paolo Pissarello, reticente, e gli assessori Nando Dalla Chiesa, accigliato, Roberta Papi, impegnatissima al telefono, e Francesco Scidone, assorto.
Poi, in sala, ci sarebbero anche i rappresentanti della stampa locale, convocati a unora insolita, le 4 del pomeriggio, fra un impegno e laltro della giunta a fine anno, per ascoltare le ultime novità da Radio-Tursi. Ma le novità restano nelle intenzioni. Prima di tutto vengono i numeri, in quantità industriale: il sindaco snocciola, con assoluta proprietà, una serie matematica che schianterebbe un elefante.
Lo fa ricorrendo alla memoria prodigiosa, ma anche alle cifre scritte nelle pagine di appunti che ha preparato, da buona insegnante di liceo.
Marta, che numeri!
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